lunedì 2 dicembre 2013

1933. Un anno terribile, John Fante

L'America è quella degli anni '30, la Grande Depressione è in corso e il Paese libero e prospero di opportunità smentisce presto le false illusioni di chi è partito da una terra lontana in cerca di nuove fortune.

Dominic Molise ha diciassette anni ed il suo destino pare già essere segnato: diventerà muratore come il padre, passerà gli inverni rigidi fermo a giocare a biliardo e instaurando improbabili relazioni clandestine. Dom però ha una visione diversa e un sogno in tasca al quale dedica ogni secondo dei suoi pensieri, diventerà un campione di baseball. Lo diventerà perchè ha un talento naturale e un dono speciale racchiuso proprio nel suo Braccio, al quale si rivolge come se avesse un'anima propria e che cura con instancabile devozione perchè sa che quello sarà la chiave per la porta del suo successo. Decide così, insieme al suo amico Kenny, di intraprendere un viaggio verso la California per ottenere finalmente un contratto da professionista.



Ma quando nasci in una famiglia povera e numerosa, con un padre fedifrago e scansafatiche, una madre intenta solo a pregare Dio, una sorella la cui unica aspirazione nella vita è diventare suora, un fratello giovane che per il momento nasconde foto osè e una nonna impegnata a maledire gli Stati Uniti e il suo popolo, diciamo che diventa tutto più complicato. Dom Molise però è disposto a tutto, anche a compiere una stupidaggine pensando poi di riparare una volta ottenuto un contratto.
All'improvviso però qualcosa sembra redimerlo dai suoi intenti, e anche quel padre insensibile ed arrogante sembra, infine, appoggiare il suo più folle sogno.


John Fante in questo suo breve romanzo, ci offre spaccati sulla vita e le idee di chi, nei primi anni del Novecento si imbarcava in cerca di nuove speranze nell'America tanto sognata.
Temi come la povertà, umiliazione sociale, la voglia di redenzione, la consapevolezza ed infine il disincanto vengono affrontati tutti in questo libro.

A rendere meraviglioso questo romanzo, secondo me, è la presa di coscienza del fatto che, nella vita, spesso non c'è nessuna alternativa alla fuga, che forse tutto il nostro destino è già scritto e che solo i sogni aiutano a rendere tutto meno amaro. 

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