martedì 19 novembre 2013

Mi chiamo Chuck, Aaron Karo

Chuck Taylor è un diciassettenne e come ogni adolescente affronta le fasi della pubertà, ha le sue manie, le sue fisse, che lui chiama semplicemente routine. Mentre a livello psicologico e sintomatico noi li chiameremo comportamenti ossessivo-compulsivi.

Tra le tante manie di Chuck, come quella di controllare fino allo sfinimento le piastre del gas, di lavarsi in continuazione le mani, di chiudere quattordici volte il lucchetto del suo armadietto di scuola, c'è quella più intima e personale: collezionare scarpe Converse alte modello Chuck Taylor (ex giocatore di basket dei primi del 1900).La caratteristica di questa collezione è che lui indossa un colore di Converse (rigorosamente in tinta unita) in base all'umore giornaliero.






"I colori in sé non avevano senso, non c'è alcun legame tra l'arancione e la stanchezza. Ma nella mia testa era scattato qualcosa e una volta scattato non riesco più a fermarlo."


Chuck è un figlio diligente, bravo a scuola, con dei genitori sempre attenti alle sue mani e con una sorella più piccola, Beth, che lui considera insopportabile. Insieme al suo migliore amico Steve, da anni innamorato perso di sua sorella, si definiscono degli erranti, abitanti della terra di mezzo tra bulli e nerd.

Il guaio di essere un caso patologico con tutte queste fisse e paranoie sembra peggiorare quando arriva a scuola una nuova ragazza, Amy, che darà inevitabilmente inizio ad una nuova fissa per la mente di Chuck: riuscire a parlarle.



Chuck è nervoso!


Le novità sembrano non finire mai per Chuck, specie quando i suoi genitori decidono di portarlo da uno psichiatra. 


"Come siamo arrivati a questo? Una piccola ricerca su Google, un articoletto su Wikipedia, un'innocua chiaccerata con mia mamma e un attimo dopo eccomi intrappolato in una stanza per cinquanta minuti alla settimana con una strizzacervelli..."


L'autore riesce, attraverso le vicende del protagonista, a farci conoscere le difficoltà che un giovane adolescente può incontrare nelle sue vicende scolastiche.
Ma soprattutto riesce, secondo me, a farci tornare alla mente ricordi del nostro primo amore, delle vicissitudini, gli scontri, le lacrime.

Un testo piacevole da leggere, arricchito da una dialettica ricca di movimento e molto scorrevole.
300 pagine (quasi) che leggerete in un pomeriggio. 


Nessun commento:

Posta un commento