venerdì 8 novembre 2013

A sud di nessun nord, C. Bukowski

A sud di nessun nord è una raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 1973 e probabilmente è la più esemplificativa del mondo americano.

Oggettivamente l'opera presenta alcune invenzioni narrative interessanti, una su tutte rappresentata dal racconto "Amore a diciassette dollari e cinquanta" (che probabilmente ha ispirato la copertina del libro edito da Tea) cioè l'uomo Chinaski (Bukowski) che intesse una storia d'amore con un manichino-donna.
Una short-story, come tutto il libro, che si dipana abilmente nell'immaginare un mondo grottesco e solitario, con sfumature umoristiche e tragiche.
Eccellenti anche Maja Thurup e Un paio di ubriaconi.


*Digressione*


A una distanza di 20 anni dalla sua morte, qual è il ruolo di Bukowski nella letteratura mondiale, nelle forme espressive e nel costume di questi anni?



Rilevante. I nipotini di Bukowski sono innumerevoli: da Dustin Hoffman nel film Eroe per caso e Il grande Lebowski dei fratelli Cohen.

In letteratura l'influenza dello scrittore nativo di Andernach è significativa, ma difficile da apprezzare e non di facile comprensione. Bukowski rappresenta bene l'idea dello spiantato, dell'uomo senza arte nè parte, figlio di complessi e problemi endemici che si ritrova - un pò si e un pò no - sulla strada. E' il figlio di un certo tipo di emigranti, attraversa il periodo che parte dalla Grande Guerra, attraversa la Grande depressione del 1929 e giunge al secondo conflitto mondiale. Il tutto cercando una sorte di integrazione che probabilmente pure non vuole.



Bukowski è un uomo alla deriva ossessionato dalla morte, dal "grande appuntamento" di ogni essere vivente. 

L'autore di "A sud di nessun nord" è divenuto una sorta di mito per vivente per tipi svogliati e indolenti, figli del degrado, di un'America allo sbando, perduta. 

Tuttavia forse il merito più grande che va riconosciuto a Bukowski, sta nell'aver disinibito una parte della letteratura. Un certo utilizzo sboccato e crudo nel narrare situazioni e nel colorare i dialoghi ha emancipato una letteratura figlia di una tradizione ottocentesca.

Bukowski, in conclusione, non è l'America perdente che canta il suo dolore, ma nella sua evoluzione rappresenta la tipica espressione del sogno americano. Di come vi siano opportunità anche per i Bukowski di ogni posto.





Nessun commento:

Posta un commento