lunedì 29 settembre 2014

Un indovino mi disse

"Seduto a poppa, mi chiedevo quanto ancora potrà durare un mondo così, retto esclusivamente dai criteri incolti, disumani e immorali dell'economia.
Scorgendo l'ombra di isole lontane mene immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti tenuti in serbo per quando, dopo il Medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza."







Un indovino mi disse è un viaggio che ha come meta la scoperta di una cultura differente dalla nostra, ovvero quella dell'Asia, dei suoi abitanti, delle credenze che la popolano. E' una lettura molto dinamica che spesso assume l'aria di una cronaca diretta di testimonianze e di esperienze passate, magari proprio appartenute allo stesso scrittore, che incontra indovini, mendicanti e altre tipologie ancora di personaggi.

venerdì 19 settembre 2014

Salviamo le navi!


Salviamo le navi!

Che invenzione straordinaria le navi! E devono scomparire “per ragioni di mercato”, perché, economicamente, le navi non “rendono” più. Così funziona il nostro mondo e così ci togliamo un altro piacere. Finiremo per far scomparire anche le donne! Invenzione d’Iddio, quelle! Certo: le faremo scomparire il giorno in cui si scoprirà che si possono fare figli molto più economicamente in provetta, senza dover aspettare nove mesi; quando si scoprirà che non c’è più “mercato” per l’amore e che gli uomini possono mettere il loro pisello in una macchina programmata elettronicamente per tutti i desideri, senza il rischio di malattie, senza che quella pretenda qualcosa per sé, tranne dei soldi. Evviva!
Evviva le navi!
Con il loro ansimare, scuotere, sospirare; con il loro gioire delle carezze delle onde, con il loro godere dell’amplesso del mare, le navi sono a misura d’uomo. Teniamole in vita come una prova d’amore. Usiamole per far felici gli ultimi romantici. Usiamole per salvare i depressi! Facciamo viaggiare sulle navi chi non sopporta più il peso della vita, chi non vede ragioni per tirare avanti, chi si sente soffocare, e risparmieremo quintali di pasticche, faremo a meno del Valium e del Prozac!
Con lo sguardo perso nell’infinito del cielo, distratto solo dai pensieri che giocano a rincorrersi.

Avere tempo e silenzio.

Tempo e silenzio. Qualcosa di così necessario, di così naturale, ma ormai diventato un

domenica 14 settembre 2014

Sarebbe tutto più semplice

Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile.
Tutte queste storie sulla tua strada.
Trovare la strada. 
Andare per la tua strada.
Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza.
Non porto in nessun posto, io sono un posto. 

mercoledì 10 settembre 2014

Le Invasioni Barbariche

"Vuole sapere come sarà il suo inferno? Sarà rinchiuso con tutte le donne che ha sedotto e costretto ad ascoltarle per tutta l'eternità."






Così come le invasioni barbariche segnarono inevitabilmente il declino dell'impero romano, allo stesso modo i "barbari" moderni travestiti da uomini d'affari in doppio petto, consacrati ai soldi e alla tecnologia (che conducono una vita frenetica e omologata) stanno minando questa civiltà occidentale che, secondo il regista, è cominciata con Dante e Montaigne.



Questo film di Arcand racconta la storia di Remy, un professore colto e impegnato, e dei suoi ultimi giorni di vita. Egli ha vissuto un'esistenza sregolata, da libertino, ha amato tutti i piaceri della vita, dell'arte e della cultura, ha inseguito ideali che spesso lo hanno deluso ma che non ha mai abbandonato.

Sulla soglia della cinquantina scopre di avere una malattia terminale, ma si scopre anche solo, abbandonato da amici e figli. La ex moglie Louise, che nonostante i tradimenti gli è sempre rimasta vicino, convince il figlio Sébastien, con un carattere ed una vita diametralmente opposti a quella di Remy, a tornare a Montreal per sostenere suo padre. Il ragazzo, affermato agente finanziario, scuote tutto il sistema ospedaliero per agevolare gli ultimi giorni di suo padre e riesce persino a riunire attorno al suo letto un'allegra brigata degli amici del professore, composta da funzionari, docenti, alunni, tossicomani e studenti, nonché ex amanti.


Sferzante, cinico, diretto, il film mostra

lunedì 8 settembre 2014

Un giorno devi andare

"Io sono scappata dal dolore, ma ovunque io provi a guardare è lì, dentro di me."






Augusta è una giovane donna in viaggio.
Lasciata l'Italia per il Brasile, si lascia portare dalla corrente del fiume, approdando sulle sponde e nella vita degli indios che suor Franca, amica della madre, vuole evangelizzare a colpi di preghiere.

Sorda al richiamo di qualsiasi dio e rerattaria alla condotta missioanria, Augusta sceglie laicamente di "essere terra", proseguendo da sola.

Augusta trova nelle relazioni umane consolazione al suo dolore e al suo lutto: un bambino perduto, un marito dileguato, una vita disfatta.

Alla maniera dei suoi personaggi, i film di Giorgio Diritti sono gioielli (in)visibili che si