mercoledì 10 settembre 2014

Le Invasioni Barbariche

"Vuole sapere come sarà il suo inferno? Sarà rinchiuso con tutte le donne che ha sedotto e costretto ad ascoltarle per tutta l'eternità."






Così come le invasioni barbariche segnarono inevitabilmente il declino dell'impero romano, allo stesso modo i "barbari" moderni travestiti da uomini d'affari in doppio petto, consacrati ai soldi e alla tecnologia (che conducono una vita frenetica e omologata) stanno minando questa civiltà occidentale che, secondo il regista, è cominciata con Dante e Montaigne.



Questo film di Arcand racconta la storia di Remy, un professore colto e impegnato, e dei suoi ultimi giorni di vita. Egli ha vissuto un'esistenza sregolata, da libertino, ha amato tutti i piaceri della vita, dell'arte e della cultura, ha inseguito ideali che spesso lo hanno deluso ma che non ha mai abbandonato.

Sulla soglia della cinquantina scopre di avere una malattia terminale, ma si scopre anche solo, abbandonato da amici e figli. La ex moglie Louise, che nonostante i tradimenti gli è sempre rimasta vicino, convince il figlio Sébastien, con un carattere ed una vita diametralmente opposti a quella di Remy, a tornare a Montreal per sostenere suo padre. Il ragazzo, affermato agente finanziario, scuote tutto il sistema ospedaliero per agevolare gli ultimi giorni di suo padre e riesce persino a riunire attorno al suo letto un'allegra brigata degli amici del professore, composta da funzionari, docenti, alunni, tossicomani e studenti, nonché ex amanti.


Sferzante, cinico, diretto, il film mostra

uno spaccato di vita comune a molte persone. Nonostante il tema portante sia quello di una grave malattia, non scade mai nella banalità. Racconta la vita così com'è, ricca di dolori e allegrie, di passioni e rinunce. Tocca le corde della commozione ma non si dimentica che anche nei momenti più cupi basta una frase detta in un certo modo per farci sorridere.


Malgrado la tristezza che da sempre accompagna la fine di un'esistenza, il film è un canto di lode alla vita e soprattutto un inno alla giovinezza. Non è facile congedarsi da chi si è amato, non è facile accettare di andarsene e non poter più tornare, non è facile pensare che tutto continuerà anche senza di noi, eppure nonostante il rimpianto per non aver cercato mai il senso profondo delle cose, il professore si congeda da tutti consapevole dei propri errori ma non rinnegando la propria natura.



Un film per chi ha voglia di sorridere senza dimenticare di riflettere.




Non ho trovato un trailer, quindi vi lascio una scena tratta dal film:



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