giovedì 8 gennaio 2015

True Detective


"Vedi, abbiamo tutti quella che io chiamo la "trappola della vita". Questo gene
profondo che ci da certezza che le cose andranno diversamente, che ti trasferirai 
in un'altra città... e incontrerai le persone che saranno i tuoi migliori amici per il resto
della tua vita, che ti innamorerai e sarai appagato. Fottuto appagamento e
completezza. Si fottano quei due... fottuti vasi vuoti a cui aggrapparsi in questo mare
di merda. Nessuno è mai appagato, fino all'ultimo vero istante. E la completezza.
No... No. No. Niente è mai completo."


Finalmente ho finito di vedere questa FANTASTICA serie tv, divorandomi in due giorni tutti e otto gli episodi della prima stagione.

"It's not TV, it's HBO".  Ancora una volta (dopo il mio amato Boardwalk Empire) il marchio della più conosciuta tv via cavo non tradisce.
Solitamente le serie crime tentano di spingere lo spettatore in un mondo senza nebbia in cui gli accertamenti diventano, insieme, prove inconfutabili; qui succede il contrario. I delitti del serial killer passano in secondo piano di fronte ad un'altra indagine introspettiva ben più profonda: i due detective si interrogano a vicenda, lottando contro i loro demoni. 
Alla fine il mistero non riguarda l'assassino ma chi gli da la caccia.