giovedì 27 novembre 2014
mercoledì 19 novembre 2014
La grande bellezza
"E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura... Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile."
Ebbene si, finalmente, dopo averci rinunciato due volte, ce l'ho fatta. L'ho finito. Ho visto pure io "la grande bellezza".
Allora, di recensioni, e varie improvvisate tali credo ce ne siano già abbastanza, quindi: niente trama, solo una breve considerazione personale.
Partiamo dal fatto più eclatante, la vincita del premio Oscar come miglior film straniero. Bravi! Dopo "La vita è bella" torniamo a vincere un Oscar, son soddisfazioni. Un po' meno il discorso di ringraziamento di Sorrentino, "un grazie ai miei idoli... tra cui Maradona". Maradona? Vinci un premio Oscar, davanti al mondo, e ringrazi Maradona. Vabbè, forse da napoletano che ama il calcio ci può stare, ma ha suonato molto male. E sempre sulla vincita di questo fantomatico premio m'è sorta una domanda: è il meglio che l'Italia (il cinema italiano) può fare/dare in questo momento?
Sinceramente?
Ebbene si, finalmente, dopo averci rinunciato due volte, ce l'ho fatta. L'ho finito. Ho visto pure io "la grande bellezza".
Allora, di recensioni, e varie improvvisate tali credo ce ne siano già abbastanza, quindi: niente trama, solo una breve considerazione personale.
Partiamo dal fatto più eclatante, la vincita del premio Oscar come miglior film straniero. Bravi! Dopo "La vita è bella" torniamo a vincere un Oscar, son soddisfazioni. Un po' meno il discorso di ringraziamento di Sorrentino, "un grazie ai miei idoli... tra cui Maradona". Maradona? Vinci un premio Oscar, davanti al mondo, e ringrazi Maradona. Vabbè, forse da napoletano che ama il calcio ci può stare, ma ha suonato molto male. E sempre sulla vincita di questo fantomatico premio m'è sorta una domanda: è il meglio che l'Italia (il cinema italiano) può fare/dare in questo momento?
Sinceramente?
venerdì 14 novembre 2014
Virzì
"L'uomo è l'unico animale che sa arrossire... Lo dovrebbe fare più spesso."
dal film "Caterina va in città"
Volevo spendere due parole per descrivere questo regista. Nei giorni appena trascorsi mi son fatto una scorpacciata di suoi film e (meglio tardi che mai) ho scoperto Virzì come un ottimo storyteller.
Ultimo detentore dei segreti della commedia all'italiana, ogni scena cattura lo sguardo degli spettatori nel modo più pungente possibile e senza mai perdersi.
Paolo Virzì è abile nel costruire bozzetti coloriti, nel riprendere con sguardo pietoso un'Italia da ridere (e da piangere), acuto quando si tratta di delineare ritratti sociologici, è un po' come un artista rinascimentale, soprattutto perché dai suoi affreschi scaturisce la vera anima del suo lavoro e del suo stile.
mercoledì 5 novembre 2014
lunedì 3 novembre 2014
L'esplosivo piano di Bazil
"Ho un'anima sensibile in un corpo flessibile."
I favolosi mondi di Jean Pierre jeunet più invecchiano e più si fanno giovanili e gioiosamente immaturi. Allo stesso tempo, più le loro ambientazioni vanno collocandosi nel mondo reale e più le sue storie paiono trasformarsi in fiabe.
Ancor più degli altri film di Jeunet (come Il favoloso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passioni), L'esplosivo piano di Bazil diventa un lungo gioco, una recita di adulti bambini piena di idee fantasiose e affidata a un gruppo di grandi caratteristi guidati da un attore dalle fenomenali capacità mimiche come Dany Boon. L'espressività di Boon trasforma Bazil in un eroe tenero e romantico a metà fra Chaplin e Bugs Bunny. In una tale avventura dalle possibilità infinite e surreali, Jeunet può dispiegare tutto il suo fantasioso arsenale di idee estrose e di brillanti creazioni, tanto magnifico e pazzo da realizzare un altro "favoloso mondo" dove solo caso e fantasia sono al potere.
I favolosi mondi di Jean Pierre jeunet più invecchiano e più si fanno giovanili e gioiosamente immaturi. Allo stesso tempo, più le loro ambientazioni vanno collocandosi nel mondo reale e più le sue storie paiono trasformarsi in fiabe.
Ancor più degli altri film di Jeunet (come Il favoloso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passioni), L'esplosivo piano di Bazil diventa un lungo gioco, una recita di adulti bambini piena di idee fantasiose e affidata a un gruppo di grandi caratteristi guidati da un attore dalle fenomenali capacità mimiche come Dany Boon. L'espressività di Boon trasforma Bazil in un eroe tenero e romantico a metà fra Chaplin e Bugs Bunny. In una tale avventura dalle possibilità infinite e surreali, Jeunet può dispiegare tutto il suo fantasioso arsenale di idee estrose e di brillanti creazioni, tanto magnifico e pazzo da realizzare un altro "favoloso mondo" dove solo caso e fantasia sono al potere.
giovedì 9 ottobre 2014
Deutschland über alles
Sabato sono arrivato a Berlino.
Una novità per me non essendoci mai stato. Quindi, dopo cinque giorni vediamo di tirare delle conclusioni.
La città è magnifica, ricca di storia, moderna, astratta, industriale, artistica, culturale, multiculturale e ricca.
Non avendo un vero e proprio centro ma costituita da tanti "piccoli" quartieri è affascinante e sorprendente scoprire diverse realtà girando solo l'angolo della strada. Sono rimasto molto colpito dal senso civico delle persone (poca sporcizia per terra e tutto molto curato, e mantenuto tale). La zona più impressive per me è stata Kreuzberg. Ricco di artisti (e patria degli hipster) è un murales continuo. Ogni spazio disponibile è stato occupato da disegni - a volte veri e propri capolavori di artisti internazionali - e colori vivacissimi. Camminandoci si respira aria di ispirazione.
Ma facciamo un po' di chiarezza e sommiamo tutto in una cosa che odio, una lista.
PRO
- Pulizia e ordine
- Sicurezza (Berlino è una delle città più sicure della Germania, girarci di notte non comporta alcun rischio - a meno che non ve le andiate a cercare -.
- Una città a misura di bicicletta. Le ciclabili sono gestite benissimo, ed è la proprio la bici il mezzo ideale per girare la città. E' semplicemente fantastico. Respirete la vera essenza di Berlino e vedrete molte più cose invece che prendere la metro.
- Locali. Avete in mente un locale nella vostra testa che conoscete solo voi? A Berlino c'è già. Da stupendi Biergarten in piccole corti all'interno di condomini a cui non date una lira al Club de Visionaere un bellissimo posto in cui bere un'ottima birra in riva al fiume. E, qualcosa di particolare? Madame Claude un fantastico bar in cui sfoggiare la vostra camicia a pois. Ah si, i mobili sono appesi al soffitto... Probabilmente nessuno gliel'ha detto.
Una novità per me non essendoci mai stato. Quindi, dopo cinque giorni vediamo di tirare delle conclusioni.
La città è magnifica, ricca di storia, moderna, astratta, industriale, artistica, culturale, multiculturale e ricca.
Non avendo un vero e proprio centro ma costituita da tanti "piccoli" quartieri è affascinante e sorprendente scoprire diverse realtà girando solo l'angolo della strada. Sono rimasto molto colpito dal senso civico delle persone (poca sporcizia per terra e tutto molto curato, e mantenuto tale). La zona più impressive per me è stata Kreuzberg. Ricco di artisti (e patria degli hipster) è un murales continuo. Ogni spazio disponibile è stato occupato da disegni - a volte veri e propri capolavori di artisti internazionali - e colori vivacissimi. Camminandoci si respira aria di ispirazione.
Ma facciamo un po' di chiarezza e sommiamo tutto in una cosa che odio, una lista.
PRO
- Pulizia e ordine
- Sicurezza (Berlino è una delle città più sicure della Germania, girarci di notte non comporta alcun rischio - a meno che non ve le andiate a cercare -.
- Una città a misura di bicicletta. Le ciclabili sono gestite benissimo, ed è la proprio la bici il mezzo ideale per girare la città. E' semplicemente fantastico. Respirete la vera essenza di Berlino e vedrete molte più cose invece che prendere la metro.
- Locali. Avete in mente un locale nella vostra testa che conoscete solo voi? A Berlino c'è già. Da stupendi Biergarten in piccole corti all'interno di condomini a cui non date una lira al Club de Visionaere un bellissimo posto in cui bere un'ottima birra in riva al fiume. E, qualcosa di particolare? Madame Claude un fantastico bar in cui sfoggiare la vostra camicia a pois. Ah si, i mobili sono appesi al soffitto... Probabilmente nessuno gliel'ha detto.
giovedì 2 ottobre 2014
Noah
"Egli ti ha scelto per una ragione, ti ha mostrato la malvagità dell'uomo e sapeva che non avresti guardato altrove, ma poi hai visto la bontà. La scelta è stata posta nelle tue mani e ti ha chiesto di decidere se valeva la pena salvarci e tu hai scelto la pietà e l'amore.
Egli ci ha dato una seconda possibilità, sii padre, sii nonno, aiutaci a fare meglio questa volta, aiutaci a ricominciare."
La storia di Noè, bene o male, credo la conosciamo tutti quindi non mi soffermerò a raccontarvi la trama.
Vorrei più che altro dirvi quello che penso su questo film che mi ha molto contrastato per certi versi.
La storia di Noè e del diluvio universale si sviluppa nei capitoli 5 e 9 della Genesi, all'interno della Bibbia. Si tratta di poche pagine, descrizioni stringate e accenni a tratti molto ermetici.
Da questa esigua fonte d'ispirazione Darren Aronofsky (che ricordiamo per altri film capolavoro come Requiem for a dream, The Wrestler e il Cigno Nero) ha tratto un film di oltre due ore.
Le parole della Bibbia sono trasposte con cura e dovizia, semmai è l'immaginazione che le porta in vita a cercare iperboli ed un titanismo narrativo che in questi tempi al cinema accompagna il genere fantasy (certe scene all'inizio del film fanno molto Signore degli Anelli).
A tutto questo poi vanno aggiunte sparute invenzioni: delle scene di combattimenti, il ruolo delle donne, alcuni "poteri" del nonno di Noè, Matusalemme, mai nominate nel testo originale che fanno non poco storcere il naso.
Egli ci ha dato una seconda possibilità, sii padre, sii nonno, aiutaci a fare meglio questa volta, aiutaci a ricominciare."
La storia di Noè, bene o male, credo la conosciamo tutti quindi non mi soffermerò a raccontarvi la trama.
Vorrei più che altro dirvi quello che penso su questo film che mi ha molto contrastato per certi versi.
La storia di Noè e del diluvio universale si sviluppa nei capitoli 5 e 9 della Genesi, all'interno della Bibbia. Si tratta di poche pagine, descrizioni stringate e accenni a tratti molto ermetici.
Da questa esigua fonte d'ispirazione Darren Aronofsky (che ricordiamo per altri film capolavoro come Requiem for a dream, The Wrestler e il Cigno Nero) ha tratto un film di oltre due ore.
Le parole della Bibbia sono trasposte con cura e dovizia, semmai è l'immaginazione che le porta in vita a cercare iperboli ed un titanismo narrativo che in questi tempi al cinema accompagna il genere fantasy (certe scene all'inizio del film fanno molto Signore degli Anelli).
A tutto questo poi vanno aggiunte sparute invenzioni: delle scene di combattimenti, il ruolo delle donne, alcuni "poteri" del nonno di Noè, Matusalemme, mai nominate nel testo originale che fanno non poco storcere il naso.
lunedì 29 settembre 2014
Un indovino mi disse
"Seduto a poppa, mi chiedevo quanto ancora potrà durare un mondo così, retto esclusivamente dai criteri incolti, disumani e immorali dell'economia.
Scorgendo l'ombra di isole lontane mene immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti tenuti in serbo per quando, dopo il Medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza."
Un indovino mi disse è un viaggio che ha come meta la scoperta di una cultura differente dalla nostra, ovvero quella dell'Asia, dei suoi abitanti, delle credenze che la popolano. E' una lettura molto dinamica che spesso assume l'aria di una cronaca diretta di testimonianze e di esperienze passate, magari proprio appartenute allo stesso scrittore, che incontra indovini, mendicanti e altre tipologie ancora di personaggi.
Scorgendo l'ombra di isole lontane mene immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti tenuti in serbo per quando, dopo il Medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza."
Un indovino mi disse è un viaggio che ha come meta la scoperta di una cultura differente dalla nostra, ovvero quella dell'Asia, dei suoi abitanti, delle credenze che la popolano. E' una lettura molto dinamica che spesso assume l'aria di una cronaca diretta di testimonianze e di esperienze passate, magari proprio appartenute allo stesso scrittore, che incontra indovini, mendicanti e altre tipologie ancora di personaggi.
venerdì 19 settembre 2014
Salviamo le navi!
Salviamo le navi!
Che invenzione straordinaria le navi! E devono scomparire “per ragioni di mercato”, perché, economicamente, le navi non “rendono” più. Così funziona il nostro mondo e così ci togliamo un altro piacere. Finiremo per far scomparire anche le donne! Invenzione d’Iddio, quelle! Certo: le faremo scomparire il giorno in cui si scoprirà che si possono fare figli molto più economicamente in provetta, senza dover aspettare nove mesi; quando si scoprirà che non c’è più “mercato” per l’amore e che gli uomini possono mettere il loro pisello in una macchina programmata elettronicamente per tutti i desideri, senza il rischio di malattie, senza che quella pretenda qualcosa per sé, tranne dei soldi. Evviva!
Evviva le navi!
Con il loro ansimare, scuotere, sospirare; con il loro gioire delle carezze delle onde, con il loro godere dell’amplesso del mare, le navi sono a misura d’uomo. Teniamole in vita come una prova d’amore. Usiamole per far felici gli ultimi romantici. Usiamole per salvare i depressi! Facciamo viaggiare sulle navi chi non sopporta più il peso della vita, chi non vede ragioni per tirare avanti, chi si sente soffocare, e risparmieremo quintali di pasticche, faremo a meno del Valium e del Prozac!
Con lo sguardo perso nell’infinito del cielo, distratto solo dai pensieri che giocano a rincorrersi.
Avere tempo e silenzio.
Tempo e silenzio. Qualcosa di così necessario, di così naturale, ma ormai diventato un
giovedì 18 settembre 2014
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