mercoledì 19 novembre 2014

La grande bellezza

"E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura... Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile."











Ebbene si, finalmente, dopo averci rinunciato due volte, ce l'ho fatta. L'ho finito. Ho visto pure io "la grande bellezza".

Allora, di recensioni, e varie improvvisate tali credo ce ne siano già abbastanza, quindi: niente trama, solo una breve considerazione personale.

Partiamo dal fatto più eclatante, la vincita del premio Oscar come miglior film straniero. Bravi! Dopo "La vita è bella" torniamo a vincere un Oscar, son soddisfazioni. Un po' meno il discorso di ringraziamento di Sorrentino, "un grazie ai miei idoli... tra cui Maradona". Maradona? Vinci un premio Oscar, davanti al mondo, e ringrazi Maradona. Vabbè, forse da napoletano che ama il calcio ci può stare, ma ha suonato molto male. E sempre sulla vincita di questo fantomatico premio m'è sorta una domanda: è il meglio che l'Italia (il cinema italiano) può fare/dare in questo momento? 

Sinceramente? 


Spero di no.

Che volete che vi dica, a me il film è piaciuto si, ma sempre per merito d'altri.

Da certe scene riprese bell'e buone da Terence Malick, alla colonna sonora, alla scena di un personaggio che nuota nell'acqua per ritrovare se stesso (e basta! Onnipresente in centinaia di film! Nausea) sembra che tutto stia li un po' per caso, per decorazione.

I personaggi, Jep interpretato da Toni Servillo è al centro dell'attenzione ma, lavorativamente è un mezzo sfigato (tanto che lo mandano a fare un servizio al Giglio sulla Concordia. Capirai... e, anche qua, fuori contesto, ad una ragazza che tira capocciate sui muri), non è ricco di famiglia e quindi come possa permettersi una casa "terrazzata" vista Colosseo è un mistero. Segno che, forse, la scenografia ha contato più della sceneggiatura. Ma probabilmente sono io che cerco il pelo nell'uovo.
Se mi posso permettere ho rivalutato la Ferilli. Al primo spasmo incontrollato di brividi lungo la schiena devo dire che non mi è affatto dispiaciuta anzi, al di sopra del personaggio che le è capitato, una spogliarellista nel locale del padre, malata (non si capisce bene di che (?)) con Wojtyla tatuato sul braccio. 

Per concludere, Sorrentino secondo ME (ci tengo a sottolinearlo) in questo film si è un po' perso. Un talento visionario, e straordinario, come il suo nel "Uomo in più" o "Il Divo" in questo film gira in cerchio sfiancandosi senza avanzare. Peccato. 

Da vedere in ogni caso.

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