giovedì 9 ottobre 2014

Deutschland über alles

Sabato sono arrivato a Berlino. 
Una novità per me non essendoci mai stato. Quindi, dopo cinque giorni vediamo di tirare delle conclusioni.
La città è magnifica, ricca di storia, moderna, astratta, industriale, artistica, culturale, multiculturale e ricca.
Non avendo un vero e proprio centro ma costituita da tanti "piccoli" quartieri è affascinante e sorprendente scoprire diverse realtà girando solo l'angolo della strada. Sono rimasto molto colpito dal senso civico delle persone (poca sporcizia per terra e tutto molto curato, e mantenuto tale). La zona più impressive per me è stata Kreuzberg. Ricco di artisti (e patria degli hipster) è un murales continuo. Ogni spazio disponibile è stato occupato da disegni - a volte veri e propri capolavori di artisti internazionali - e colori vivacissimi. Camminandoci si respira aria di ispirazione.
Ma facciamo un po' di chiarezza e sommiamo tutto in una cosa che odio, una lista.

PRO
- Pulizia e ordine
- Sicurezza (Berlino è una delle città più sicure della Germania, girarci di notte non comporta alcun rischio - a meno che non ve le andiate a cercare -.
- Una città a misura di bicicletta. Le ciclabili sono gestite benissimo, ed è la proprio la bici il mezzo ideale per girare la città. E' semplicemente fantastico. Respirete la vera essenza di Berlino e vedrete molte più cose invece che prendere la metro.
- Locali. Avete in mente un locale nella vostra testa che conoscete solo voi? A Berlino c'è già. Da stupendi Biergarten in piccole corti all'interno di condomini a cui non date una lira al Club de Visionaere un bellissimo posto in cui bere un'ottima birra in riva al fiume. E, qualcosa di particolare? Madame Claude un fantastico bar in cui sfoggiare la vostra camicia a pois. Ah si, i mobili sono appesi al soffitto... Probabilmente nessuno gliel'ha detto.

giovedì 2 ottobre 2014

Noah

"Egli ti ha scelto per una ragione, ti ha mostrato la malvagità dell'uomo e sapeva che non avresti guardato altrove, ma poi hai visto la bontà. La scelta è stata posta nelle tue mani e ti ha chiesto di decidere se valeva la pena salvarci e tu hai scelto la pietà e l'amore.
Egli ci ha dato una seconda possibilità, sii padre, sii nonno, aiutaci a fare meglio questa volta, aiutaci a ricominciare."






La storia di Noè, bene o male, credo la conosciamo tutti quindi non mi soffermerò a raccontarvi la trama.
Vorrei più che altro dirvi quello che penso su questo film che mi ha molto contrastato per certi versi.

La storia di Noè e del diluvio universale si sviluppa nei capitoli 5 e 9 della Genesi, all'interno della Bibbia. Si tratta di poche pagine, descrizioni stringate e accenni a tratti molto ermetici.
Da questa esigua fonte d'ispirazione Darren Aronofsky (che ricordiamo per altri film capolavoro come Requiem for a dream, The Wrestler e il Cigno Nero) ha tratto un film di oltre due ore.
Le parole della Bibbia sono trasposte con cura e dovizia, semmai è l'immaginazione che le porta in vita a cercare iperboli ed un titanismo narrativo che in questi tempi al cinema accompagna il genere fantasy (certe scene all'inizio del film fanno molto Signore degli Anelli).
A tutto questo poi vanno aggiunte sparute invenzioni: delle scene di combattimenti, il ruolo delle donne, alcuni "poteri" del nonno di Noè, Matusalemme, mai nominate nel testo originale che fanno non poco storcere il naso.

lunedì 29 settembre 2014

Un indovino mi disse

"Seduto a poppa, mi chiedevo quanto ancora potrà durare un mondo così, retto esclusivamente dai criteri incolti, disumani e immorali dell'economia.
Scorgendo l'ombra di isole lontane mene immaginavo una ancora abitata da una tribù di poeti tenuti in serbo per quando, dopo il Medioevo del materialismo, l'umanità dovrà ricominciare a mettere altri valori nella propria esistenza."







Un indovino mi disse è un viaggio che ha come meta la scoperta di una cultura differente dalla nostra, ovvero quella dell'Asia, dei suoi abitanti, delle credenze che la popolano. E' una lettura molto dinamica che spesso assume l'aria di una cronaca diretta di testimonianze e di esperienze passate, magari proprio appartenute allo stesso scrittore, che incontra indovini, mendicanti e altre tipologie ancora di personaggi.

venerdì 19 settembre 2014

Salviamo le navi!


Salviamo le navi!

Che invenzione straordinaria le navi! E devono scomparire “per ragioni di mercato”, perché, economicamente, le navi non “rendono” più. Così funziona il nostro mondo e così ci togliamo un altro piacere. Finiremo per far scomparire anche le donne! Invenzione d’Iddio, quelle! Certo: le faremo scomparire il giorno in cui si scoprirà che si possono fare figli molto più economicamente in provetta, senza dover aspettare nove mesi; quando si scoprirà che non c’è più “mercato” per l’amore e che gli uomini possono mettere il loro pisello in una macchina programmata elettronicamente per tutti i desideri, senza il rischio di malattie, senza che quella pretenda qualcosa per sé, tranne dei soldi. Evviva!
Evviva le navi!
Con il loro ansimare, scuotere, sospirare; con il loro gioire delle carezze delle onde, con il loro godere dell’amplesso del mare, le navi sono a misura d’uomo. Teniamole in vita come una prova d’amore. Usiamole per far felici gli ultimi romantici. Usiamole per salvare i depressi! Facciamo viaggiare sulle navi chi non sopporta più il peso della vita, chi non vede ragioni per tirare avanti, chi si sente soffocare, e risparmieremo quintali di pasticche, faremo a meno del Valium e del Prozac!
Con lo sguardo perso nell’infinito del cielo, distratto solo dai pensieri che giocano a rincorrersi.

Avere tempo e silenzio.

Tempo e silenzio. Qualcosa di così necessario, di così naturale, ma ormai diventato un

domenica 14 settembre 2014

Sarebbe tutto più semplice

Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile.
Tutte queste storie sulla tua strada.
Trovare la strada. 
Andare per la tua strada.
Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza.
Non porto in nessun posto, io sono un posto. 

mercoledì 10 settembre 2014

Le Invasioni Barbariche

"Vuole sapere come sarà il suo inferno? Sarà rinchiuso con tutte le donne che ha sedotto e costretto ad ascoltarle per tutta l'eternità."






Così come le invasioni barbariche segnarono inevitabilmente il declino dell'impero romano, allo stesso modo i "barbari" moderni travestiti da uomini d'affari in doppio petto, consacrati ai soldi e alla tecnologia (che conducono una vita frenetica e omologata) stanno minando questa civiltà occidentale che, secondo il regista, è cominciata con Dante e Montaigne.



Questo film di Arcand racconta la storia di Remy, un professore colto e impegnato, e dei suoi ultimi giorni di vita. Egli ha vissuto un'esistenza sregolata, da libertino, ha amato tutti i piaceri della vita, dell'arte e della cultura, ha inseguito ideali che spesso lo hanno deluso ma che non ha mai abbandonato.

Sulla soglia della cinquantina scopre di avere una malattia terminale, ma si scopre anche solo, abbandonato da amici e figli. La ex moglie Louise, che nonostante i tradimenti gli è sempre rimasta vicino, convince il figlio Sébastien, con un carattere ed una vita diametralmente opposti a quella di Remy, a tornare a Montreal per sostenere suo padre. Il ragazzo, affermato agente finanziario, scuote tutto il sistema ospedaliero per agevolare gli ultimi giorni di suo padre e riesce persino a riunire attorno al suo letto un'allegra brigata degli amici del professore, composta da funzionari, docenti, alunni, tossicomani e studenti, nonché ex amanti.


Sferzante, cinico, diretto, il film mostra

lunedì 8 settembre 2014

Un giorno devi andare

"Io sono scappata dal dolore, ma ovunque io provi a guardare è lì, dentro di me."






Augusta è una giovane donna in viaggio.
Lasciata l'Italia per il Brasile, si lascia portare dalla corrente del fiume, approdando sulle sponde e nella vita degli indios che suor Franca, amica della madre, vuole evangelizzare a colpi di preghiere.

Sorda al richiamo di qualsiasi dio e rerattaria alla condotta missioanria, Augusta sceglie laicamente di "essere terra", proseguendo da sola.

Augusta trova nelle relazioni umane consolazione al suo dolore e al suo lutto: un bambino perduto, un marito dileguato, una vita disfatta.

Alla maniera dei suoi personaggi, i film di Giorgio Diritti sono gioielli (in)visibili che si

martedì 26 agosto 2014

Una poesia

Una poesia è una città piena di strade e tombini
pina di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e di roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera;una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore...
una poesia è questa città adesso,
50 miglia dal nulla,
le 9, 09 del mattino,
il gusto del liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta di finestre rotte...

una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo...

martedì 12 agosto 2014

Goodfellas


"Ma tu perchè non ti trovi una brava ragazza?
Io ne trovo di bravissime tutte le sere, mamma!"


Questi giorni li sto dedicando alla filmografia di Scorsese. Mica poco.

Goodfellas (Quei bravi ragazzi) è un film del 1990 con Robert De Niro, Ray Liotta e Joe Pesci.


Scorsese costruisce un film esplicitamente immorale.

Nella prima mezzora di film utilizza lo stesso approccio de Il Padrino, mostrando in