venerdì 26 dicembre 2014


C'è un posto 
nel mondo dove il cuore
batte forte
e rimani senza fiato
per quanta emozione provi
dove il tempo si ferma
e non hai più l'età 
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore
mentre la mente non smette mai di sognare.
Da lì fuggir non potrò
poiché  la fantasia
d'incanto risente il nostro calore 
e non permetterò mai
ch'io possa rinunciare
a chi d'amor mi sa far volare.

martedì 9 dicembre 2014

Le particelle elementari

"La gioia è un'emozione intensa e profonda, un sentimento di pienezza esaltante avvertito dall'intera coscienza; è prossima all'ebbrezza, al rapimento, all'estasi."







Le particelle elementari è un libro controverso, una narrazione che assume spesso i caratteri dell'incubo e del macabro.
I protagonisti sono nevrotici, con tratti schizoidi: Bruno, ossessionato dal sesso e profondo ninfomane e Michel, attratto dalla speculazione razionale, cerebrale, incarnano gli aspetti complementari del maschio moderno.

Materialismo, individualismo, amoralità minacciano l'Occidente, il suo sviluppo pianificato.

Il libro profusa amare, ma fondate intuizioni: la crisi della paternità, l'orrore della preadolescenti, la competizione tra maschi, psicoanalisi e pratiche terapeutiche alternative, aleatorie quanto superficiali, nel tentativo di tenere lontana la vecchiaia e sostenere identità incerte. Miti sessantottini completamente in frantumi.

Houellebecq pieno di sentenze, ipotesi e verità vince ancora.



mercoledì 19 novembre 2014

La grande bellezza

"E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura... Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile."











Ebbene si, finalmente, dopo averci rinunciato due volte, ce l'ho fatta. L'ho finito. Ho visto pure io "la grande bellezza".

Allora, di recensioni, e varie improvvisate tali credo ce ne siano già abbastanza, quindi: niente trama, solo una breve considerazione personale.

Partiamo dal fatto più eclatante, la vincita del premio Oscar come miglior film straniero. Bravi! Dopo "La vita è bella" torniamo a vincere un Oscar, son soddisfazioni. Un po' meno il discorso di ringraziamento di Sorrentino, "un grazie ai miei idoli... tra cui Maradona". Maradona? Vinci un premio Oscar, davanti al mondo, e ringrazi Maradona. Vabbè, forse da napoletano che ama il calcio ci può stare, ma ha suonato molto male. E sempre sulla vincita di questo fantomatico premio m'è sorta una domanda: è il meglio che l'Italia (il cinema italiano) può fare/dare in questo momento? 

Sinceramente? 

venerdì 14 novembre 2014

Virzì

"L'uomo è l'unico animale che sa arrossire... Lo dovrebbe fare più spesso."


dal film "Caterina va in città"









Volevo spendere due parole per descrivere questo regista. Nei giorni appena trascorsi mi son fatto una scorpacciata di suoi film e (meglio tardi che mai) ho scoperto Virzì come un ottimo storyteller
Ultimo detentore dei segreti della commedia all'italiana, ogni scena cattura lo sguardo degli spettatori nel modo più pungente possibile e senza mai perdersi.

Paolo Virzì è abile nel costruire bozzetti coloriti, nel riprendere con sguardo pietoso un'Italia da ridere (e da piangere), acuto quando si tratta di delineare ritratti sociologici, è un po' come un artista rinascimentale, soprattutto perché dai suoi affreschi scaturisce la vera anima del suo lavoro e del suo stile.

lunedì 3 novembre 2014

L'esplosivo piano di Bazil

"Ho un'anima sensibile in un corpo flessibile."











I favolosi mondi di Jean Pierre jeunet più invecchiano e più si fanno giovanili e gioiosamente immaturi. Allo stesso tempo, più le loro ambientazioni vanno collocandosi nel mondo reale e più le sue storie paiono trasformarsi in fiabe.

Ancor più degli altri film di Jeunet (come Il favoloso mondo di Amelie e Una lunga domenica di passioni), L'esplosivo piano di Bazil diventa un lungo gioco, una recita di adulti bambini piena di idee fantasiose e affidata a un gruppo di grandi caratteristi guidati da un attore dalle fenomenali capacità mimiche come Dany Boon. L'espressività di Boon trasforma Bazil in un eroe tenero e romantico a metà fra Chaplin e Bugs Bunny. In una tale avventura dalle possibilità infinite e surreali, Jeunet può dispiegare tutto il suo fantasioso arsenale di idee estrose e di brillanti creazioni, tanto magnifico e pazzo da realizzare un altro "favoloso mondo" dove solo caso e fantasia sono al potere.

giovedì 9 ottobre 2014

Deutschland über alles

Sabato sono arrivato a Berlino. 
Una novità per me non essendoci mai stato. Quindi, dopo cinque giorni vediamo di tirare delle conclusioni.
La città è magnifica, ricca di storia, moderna, astratta, industriale, artistica, culturale, multiculturale e ricca.
Non avendo un vero e proprio centro ma costituita da tanti "piccoli" quartieri è affascinante e sorprendente scoprire diverse realtà girando solo l'angolo della strada. Sono rimasto molto colpito dal senso civico delle persone (poca sporcizia per terra e tutto molto curato, e mantenuto tale). La zona più impressive per me è stata Kreuzberg. Ricco di artisti (e patria degli hipster) è un murales continuo. Ogni spazio disponibile è stato occupato da disegni - a volte veri e propri capolavori di artisti internazionali - e colori vivacissimi. Camminandoci si respira aria di ispirazione.
Ma facciamo un po' di chiarezza e sommiamo tutto in una cosa che odio, una lista.

PRO
- Pulizia e ordine
- Sicurezza (Berlino è una delle città più sicure della Germania, girarci di notte non comporta alcun rischio - a meno che non ve le andiate a cercare -.
- Una città a misura di bicicletta. Le ciclabili sono gestite benissimo, ed è la proprio la bici il mezzo ideale per girare la città. E' semplicemente fantastico. Respirete la vera essenza di Berlino e vedrete molte più cose invece che prendere la metro.
- Locali. Avete in mente un locale nella vostra testa che conoscete solo voi? A Berlino c'è già. Da stupendi Biergarten in piccole corti all'interno di condomini a cui non date una lira al Club de Visionaere un bellissimo posto in cui bere un'ottima birra in riva al fiume. E, qualcosa di particolare? Madame Claude un fantastico bar in cui sfoggiare la vostra camicia a pois. Ah si, i mobili sono appesi al soffitto... Probabilmente nessuno gliel'ha detto.

giovedì 2 ottobre 2014

Noah

"Egli ti ha scelto per una ragione, ti ha mostrato la malvagità dell'uomo e sapeva che non avresti guardato altrove, ma poi hai visto la bontà. La scelta è stata posta nelle tue mani e ti ha chiesto di decidere se valeva la pena salvarci e tu hai scelto la pietà e l'amore.
Egli ci ha dato una seconda possibilità, sii padre, sii nonno, aiutaci a fare meglio questa volta, aiutaci a ricominciare."






La storia di Noè, bene o male, credo la conosciamo tutti quindi non mi soffermerò a raccontarvi la trama.
Vorrei più che altro dirvi quello che penso su questo film che mi ha molto contrastato per certi versi.

La storia di Noè e del diluvio universale si sviluppa nei capitoli 5 e 9 della Genesi, all'interno della Bibbia. Si tratta di poche pagine, descrizioni stringate e accenni a tratti molto ermetici.
Da questa esigua fonte d'ispirazione Darren Aronofsky (che ricordiamo per altri film capolavoro come Requiem for a dream, The Wrestler e il Cigno Nero) ha tratto un film di oltre due ore.
Le parole della Bibbia sono trasposte con cura e dovizia, semmai è l'immaginazione che le porta in vita a cercare iperboli ed un titanismo narrativo che in questi tempi al cinema accompagna il genere fantasy (certe scene all'inizio del film fanno molto Signore degli Anelli).
A tutto questo poi vanno aggiunte sparute invenzioni: delle scene di combattimenti, il ruolo delle donne, alcuni "poteri" del nonno di Noè, Matusalemme, mai nominate nel testo originale che fanno non poco storcere il naso.