mercoledì 4 giugno 2014

Lui è tornato

"Allora, riepilogando: lei rimane qui due giorni, e io parlo con un paio dei miei clienti. Forse riuscirò ad organizzarle qualcosa. Sinceramente, non sarebbe neppure necessario che sapesse fare l'imitazione: la sola uniforme è già perfetta e convincente...

Intende dire che posso rimanere qui?

Per il momento, si. Di giorno, rimarrà qui con me, cosicché se viene qualche cliente in grado di aiutarla posso presentarglielo subito. Se non arriva nessuno, invece, avrò una compagnia che mi farà ridere. O forse ha un altro posto dove stare?

No, a parte il bunker...

L'edicolante rise. Poi la sua risata si interruppe all'improvviso.

Dica, non è che mi saccheggerà l'edicola?

Lo guardai indignato: Le sembro forse un delinquente?

Mi guardò: Mi sembra Adolf Hitler.

Appunto, dissi io."


In breve la trama:
Adolf Hitler si risveglia in un cortile di Berlino nel 2011, convinto di trovarsi ancora nella capitale del terzo Reich. In realtà si rende gradualmente conto che
sono passati quasi settant'anni e che la Germania ha perduto la guerra.
solo, senza soldi o luogo dove dimorare, suscita la simpatia di un edicolante che gli permette di dormire nel suo chiosco. L'uomo, convinto ch'egli sia un genio d'imitatore, chiama degli agenti di una tv locale.
Questi lo assumono e danno spazio ad una piccola rassegna che prenderà via via sempre più spazio e seguaci.

Ho comprato questo libro leggendo i commenti positivi nella classifica di Anobii.

Onestamente mi ha un po' deluso. Mi aspettavo forse qualcosa di meglio. 
Una scrittura abbastanza "sempliciotta" e avvenimenti troppo irreali per far si di arrivare a domandarsi "se davvero Hitler fosse presente ai giorni nostri, succederebbero ancora le stesse cose?" rende tutto il libro una commediola.

Non mi è piaciuto. Non penso comprerò altri libri di Vermes.

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