domenica 2 marzo 2014

Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze.

“Lei è un uomo carino ma è proprio sporco. Non ha un posto per lavarsi?” “Non ho nessun posto dove andare a lavarmi, abito in una baracca di cartone” “Perchè non usi casa nostra?” “La gente non fa cose del genere ragazzina. Ciascuno usa casa propria e nella mia non c’è acqua” “Ma ti lascio usare casa nostra. Al piano di sopra c’è l’acqua e il sapone…” “Beh ti ringrazio molto ragazzina ma devo rifiutare la tua offerta. E oltretutto a tua madre non piacerebbe”  ”Ma mia madre è andata in centro!” “Vuoi dire che sei tutta sola ragazzina? Sei proprio sicura?” “Sicuro che sono sicura” “Allora va bene ma non ho diritto di stare in casa di tua madre” “Non lo verrà mai a sapere. E tu sei così sporco che mi dispiace tanto per te signore!” “E non lo dirai mai a nessuno, qualsiasi cosa succedesse?” “Qualsiasi cosa succedesse” “Promesso? Parola d’onore?” “Prometto. Parola d’onore” “Sei proprio una brava ragazzina, proprio una brava ragazzina…”

Ritorna Bukowski, il vecchio Hank che muove veloci le dita sulla macchina da scrivere, che beve e fuma, che impreca e sputa, perchè lui è così, lo scrittore che ha fatto della trasgressione il suo segno distintivo.

"Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze" è un altro dei lavori crudi di Bukowski. Diretto, violento. Una scrittura che ti arriva dritta in faccia per quanto è forte, per la sua carica vitale e per quella del suo artefice, un uomo che dopotutto non aveva grandi ambizioni, anzi la sua più grande ambizione era quella di non essere nessuno perchè gli sembrava la soluzione più sensata.

Questo libro è una raccolta di racconti giovanili, di un Charles che accosta una battuta a un'altra, vizi, peccati, manifesti di pensiero che denuda e dissacra. In queste pagine c'è il sesso, violento, senza sentimento, insensato: La storia dello stupratore che rinchiuso in cella, non si sente uno di loro, un violentatore, e ricorda l'esperienza con la signora Weber e sua figlia, una ragazzina che l'ha fatto entrare in casa perchè si lavasse.

E ancora 80 aeroplani non ti danno diritti; La pace, bello mio, non vende; Il vecchio professionista; Taccuino di un vecchio sporcaccione; Il vizio dello scrivere sono solo alcuni titoli dei racconti di questa raccolta. 
È forse superfluo sottolineare quanto Bukowski non sia semplice: non è lettura distensiva, non è puro piacere, nè per chi legge, nè per chi ha scritto. Il vecchio Hank infatti non ha frequentato nessuna scuola di scrittura, non si cura di raffinare le parole, non si serve di ghirigori: lui la realtà la mostra così com'è; il guaio è che è la realtà degli stupratori, dei depravati e dei folli. Tra bicchieri di vino, ceneri di sigaro e avendo come compagna ssidua la tristezza, lo scrittore statunitense si trascina tra strade e bar, perchè lì c'è il vero spettacolo, perchè lì trova l'ispirazione: tra la gente.


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