Ragazza che non ho
ti ho già scritto una volta.
Ero più giovane dentro e fuori
sognavo che dal buio fiammante del lavoro potessi uscire tu,
col mio sos di carta tra le dita
e uno di quei sorrisi che sembrano dire:
"perché ti meravigli tanto, Davide?
non hai mai visto uscire una ragazza da lavoro?"
Avrei guardato le tue gambe svelte
scavalcare la finestra nera della mia Sony,
ti saresti lasciata ammirare
col vestitino di carta giapponese con i fiori d'acqua.
E tutti i miei problemi si sarebbero accucciati in un angolo
come un cane pentito
perché avevo osato dubitare della materia dei sogni.
Vedi ragazza,
credere nell'impossibile è stata la causa di tutti i miei guai
e di tutte le mie grandezze.
Io ho puntato su tutte le roulette
ho guidato contromano nella notte
sono andato in spiaggia con le scarpe d'inverno
e mi sono steso col cappotto davanti al mare bruciante,
perché disprezzavo i luoghi comuni
e così non ho mai smesso di credere ch'esisti;
che esistono ragazze che escono da lavoro con il vestito a fiori.
Non sono così sciocco da credere che tu non verrai mai:
i miracoli sono più reali dei soldi,
la verità è che temo di deluderti.
Sono scorbutico
e pieno di dubbi
e non ho mai imparato a ballare.
Ti annoieresti,
temo,
e dopo qualche minuto di silenzio mi diresti:
"usciamo?"
E non mi va di uscire
e poi stasera in televisione c'è il mio documentario preferito
e di là la cena è apparecchiata per uno.
E poi ho l'ansia da prestazione va bene?
Tu hai fatto l'amore fra le stelle
io in letti di serie B
che la sigaretta dopo, era l'orgasmo.
Attenta
non credermi
ragazza che non ho
il mio è un vecchio gioco.
Provocare miracoli e smettere di stupirsi l'attimo dopo.
Se a quel punto te ne andassi via
sarei perduto:
siamo mezzi uomini
mezzi maghi
eterni bambini.
Non credermi
basta!
Portami fuori
è una serata così dolce
ci sarà pure da qualche parte una balera deserta
dove potrai insegnarmi il ritmo semplice della vita.
Ragazza che non ho
stasera saremo in tanti ad attenderti lo sai?
Tu fai cosi,
non pensare a me!
A forza di credere ai miracoli
io ho imparato a reggerne l'assenza;
ma uno
questa notte
uno almeno di noi,
fallo felice!
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