Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita.
Se lo ritardi la rovini
se l'anticipi
la bruci
e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo
vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
Gli addii non si annunciano
si compiono
e la loro violenza è inevitabile
come quando si muore,
la violenza del silenzio che segue.
Gli addii camuffati da arrivederci li considero le perfidie peggiori
in realtà tagliano le gambe ad ogni possibile ritorno
rassomigliano ai falsi addii delle marionette
quelle addestrate a recitare tutte le sere davanti a un pubblico diverso
ma per loro indistinto e sempre uguale,
eterni burattini che se ne vanno con gli applausi dell'ultimo bis
che si confonderanno con quelli di benvenuto del prossimo paese
dove domani sera replicheranno lo spettacolo.
Mettere un punto non è abbassare il sipario
e nemmeno cambiare copione,
è semplicemente interrompere la recita e uscire di scena
non finire la battuta
osare
interromperla con un punto assurdo
scontentare il pubblico
l'impresario
perfino te stesso
perché recitare il tuo ruolo ti piaceva
eccome se ti piaceva!
Ma vivere tutto "come se" è un danno
lo conosco e me lo sono procurato cento volte.
Ci sono coppie immobili che per paura dell'abbandono sono avvinghiate con il filo spinato del "come se"
come se si amassero ancora...
No
questa volta no
per favore
questo fra me e te non deve succedere
noi fin'ora l'abbiamo evitato
so che il nostro era amore
io metto un punto perché nessuno ce lo porti via.
martedì 13 dicembre 2016
lunedì 28 novembre 2016
L'amore
Una volta tanto mi va di parlarvi d'amore
il guaio però è che mi sento parecchio imbarazzato
perché sull'amore non ho niente da dire...
Confesso che avrei una voglia matta di innamorarmi
almeno un'ultima volta
prima di sparire per sempre!
Con lei o senza
Confesso pure che avevo una gran smania di parlarvene
perché io adoro chi si sa ancora innamorare
ma sta diventando maledettamente difficile innamorarsi,
vero?
di uno sconosciuto
ovvio
dell'anima straniera
dell'altro che fino a ieri non c'era
e adesso c'è
nell'innamorarsi è proprio questo il succo
l'andare allo sbaraglio
senza indirizzi
coordinate
bussole!
Ci piace un tale
una tipa
perché quando è passata
c'è parsa una cometa
e il nostro cielo s'è sentito vuoto a metà
s'è ritirato
come se al sole venisse improvvisamente meno la luna e viceversa!
Sdolcinato, dite?
Chi se ne fotte amigos
sugli innamoramenti
ciascuno valuti come meglio crede e sa
e in amore
penso
ne sappiamo tanto quanto dei dialetti arabi.
Ma c'è una costante
un poco triste
che mi sembra emergere dai vostri silenzi
ed è esattamente che vi innamorate pochissimo
o per nulla!
E poi c'è un'altra mia credenza personale
i colpi di fulmine non scattano
se non ci prepariamo prima ad essere fulminati
non si tratta di andare a caccia come iene
né di pretendere
barricandosi in casa
che l'anima gemella
venga a cercarci casa per casa come la Gestapo
no!
Io parlo d'altro!
Credo che se non si fa un bel po' di pulizia interiore
se non si calciano e pedate prima i vittimismi
se non la piantiamo di scaricare sull'essere umano
che incautamente c'ha gettato gli occhi addosso
tutta la nostra pelosa diffidenza
o l'astio che proviamo per gli sconosciuti senza lettera di raccomandazione
la scintilla
non scatterà mai.
Dal calcolo e dal compromesso
nascono solo amori pesanti
dalle valutazioni dei portafogli
dagli inciuci sentimental-politico-commerciali
dei rapporti fra uomo e donna
formano solo coppie pesanti
che sono esattamente le coppie scoppiate di oggi
inseparabili che presto o tardi si separano.
Ma io sproloquio
perché parlare è il mio mestiere
Ditemi che non sto sognando
Ditemi invece che vi innamorate ancora
e tanto!
e bene!
e sarò felice di sentirmi sfigatissimo
perché qualche chance
vuol dire che ce l'avrà pure questo bazzico matto che vi scrive.
il guaio però è che mi sento parecchio imbarazzato
perché sull'amore non ho niente da dire...
Confesso che avrei una voglia matta di innamorarmi
almeno un'ultima volta
prima di sparire per sempre!
Con lei o senza
Confesso pure che avevo una gran smania di parlarvene
perché io adoro chi si sa ancora innamorare
ma sta diventando maledettamente difficile innamorarsi,
vero?
di uno sconosciuto
ovvio
dell'anima straniera
dell'altro che fino a ieri non c'era
e adesso c'è
nell'innamorarsi è proprio questo il succo
l'andare allo sbaraglio
senza indirizzi
coordinate
bussole!
Ci piace un tale
una tipa
perché quando è passata
c'è parsa una cometa
e il nostro cielo s'è sentito vuoto a metà
s'è ritirato
come se al sole venisse improvvisamente meno la luna e viceversa!
Sdolcinato, dite?
Chi se ne fotte amigos
sugli innamoramenti
ciascuno valuti come meglio crede e sa
e in amore
penso
ne sappiamo tanto quanto dei dialetti arabi.
Ma c'è una costante
un poco triste
che mi sembra emergere dai vostri silenzi
ed è esattamente che vi innamorate pochissimo
o per nulla!
E poi c'è un'altra mia credenza personale
i colpi di fulmine non scattano
se non ci prepariamo prima ad essere fulminati
non si tratta di andare a caccia come iene
né di pretendere
barricandosi in casa
che l'anima gemella
venga a cercarci casa per casa come la Gestapo
no!
Io parlo d'altro!
Credo che se non si fa un bel po' di pulizia interiore
se non si calciano e pedate prima i vittimismi
se non la piantiamo di scaricare sull'essere umano
che incautamente c'ha gettato gli occhi addosso
tutta la nostra pelosa diffidenza
o l'astio che proviamo per gli sconosciuti senza lettera di raccomandazione
la scintilla
non scatterà mai.
Dal calcolo e dal compromesso
nascono solo amori pesanti
dalle valutazioni dei portafogli
dagli inciuci sentimental-politico-commerciali
dei rapporti fra uomo e donna
formano solo coppie pesanti
che sono esattamente le coppie scoppiate di oggi
inseparabili che presto o tardi si separano.
Ma io sproloquio
perché parlare è il mio mestiere
Ditemi che non sto sognando
Ditemi invece che vi innamorate ancora
e tanto!
e bene!
e sarò felice di sentirmi sfigatissimo
perché qualche chance
vuol dire che ce l'avrà pure questo bazzico matto che vi scrive.
lunedì 24 ottobre 2016
Conformismo
C'è un fantasma che infesta il mondo
ma fa paura solo a quelli che riescono a vederlo
veste le stesse scarpe
da Manhattan a New Delhi
ha il medesimo make up
da Hong Kong a Nairobi
e parla la lingua dei pubblicitari
il conformismo
quello che ti fa sentire prima l'eco della domanda
e mai la risposta...
ma non è solo una questione di vestiti e cravatte
in fondo già c'aveva provato Mao
a metterci tutti in tuta da lavoro
vero?
la paura della solitudine
e la pigrizia di pensare
ci faranno accettare qualsiasi cosa
questo è un conformismo dell'anima.
Stilisti
modelle anoressiche
new age
retro
mode culturali
e
lo dicono tutti
caratteristiche del secolo
locali in
ambienti
bella gente
e scelte out
fanculo agli opinion leaders!
agli ospiti fissi
e a quelli che fanno tendenza
ci stanno strappando la creatività dalle mani.
Troveremo Benetton sulla faccia dei San Pietro
e sostituiranno i Caravaggio con la reincarnazione del Mago Otelma
è già così!
Ti svegli la mattina
e la radio ti serve elenchi di dove andare in vacanza
di cosa fare
chi devi conoscere
di chi ti devi innamorare
corri alla mostra da non perdere
all'evento televisivo dell'anno
al film del millennio
e alla cucina che farà epoca!
Ne servono tanti di voti
telefonate
asterischi
stelline
pallini
e michelin
per inchiodarti al conformismo
ma sono le tue emozioni a finire in croce
quelle che stanno fuori dai film campioni d'incassi
dai libri best seller
dalle copertine dei settimanali
e dai sondaggi d'opinione!
Fanculo alle ultime novità
alle ultime notizie
all'ultima abitudine!
Io lo detesto quest'andazzo
sono fuggito
per riprendermi i miei NO
e i miei SI.
ma fa paura solo a quelli che riescono a vederlo
veste le stesse scarpe
da Manhattan a New Delhi
ha il medesimo make up
da Hong Kong a Nairobi
e parla la lingua dei pubblicitari
il conformismo
quello che ti fa sentire prima l'eco della domanda
e mai la risposta...
ma non è solo una questione di vestiti e cravatte
in fondo già c'aveva provato Mao
a metterci tutti in tuta da lavoro
vero?
la paura della solitudine
e la pigrizia di pensare
ci faranno accettare qualsiasi cosa
questo è un conformismo dell'anima.
Stilisti
modelle anoressiche
new age
retro
mode culturali
e
lo dicono tutti
caratteristiche del secolo
locali in
ambienti
bella gente
e scelte out
fanculo agli opinion leaders!
agli ospiti fissi
e a quelli che fanno tendenza
ci stanno strappando la creatività dalle mani.
Troveremo Benetton sulla faccia dei San Pietro
e sostituiranno i Caravaggio con la reincarnazione del Mago Otelma
è già così!
Ti svegli la mattina
e la radio ti serve elenchi di dove andare in vacanza
di cosa fare
chi devi conoscere
di chi ti devi innamorare
corri alla mostra da non perdere
all'evento televisivo dell'anno
al film del millennio
e alla cucina che farà epoca!
Ne servono tanti di voti
telefonate
asterischi
stelline
pallini
e michelin
per inchiodarti al conformismo
ma sono le tue emozioni a finire in croce
quelle che stanno fuori dai film campioni d'incassi
dai libri best seller
dalle copertine dei settimanali
e dai sondaggi d'opinione!
Fanculo alle ultime novità
alle ultime notizie
all'ultima abitudine!
Io lo detesto quest'andazzo
sono fuggito
per riprendermi i miei NO
e i miei SI.
lunedì 17 ottobre 2016
Lettera ad un amore finito
Un amore finisce com'è cominciato
con una domanda alla quale non si sa dare una risposta...
All'inizio è: "Mi sono innamorato di te?"
E alla fine è: "Ti amo ancora?"
La risposta alla prima domanda è Si
Se ci domandiamo se siamo innamorati di una persona conosciuta da poco
significa che lo siamo
almeno un poco...
Ma se dopo un anno
o venti
cominciamo a domandarci
"L'amo ancora?"
la risposta è quasi certamente No.
Perché quando si ama non si fanno domande
si vive!
Le domande presuppongono un dubbio
e il dubbio mal s'accorda con l'amore
L'amore
per essere tale
è incondizionato
perdona tutto all'amato
fino alla follia.
L'amore condizionato è il tipico rapporto di oggi
in cui il confine fra affetto ed interessi
è quasi sempre promiscuo.
e facilmente espugnabile da un terzo
ossia l'amante.
Lo so lo so
vi starete domandando per chi stia facendo l'Alberoni della situazione
per una donna...
ovviamente
e non ne farò più il nome
Una donna che mi ha scritto a voce alta se mi amava ancora
no
tesoro
no
amore
tu stai amando sempre di più te stessa
sempre meno quest'uomo che muore
ti capisco
nulla allontana di più che la sofferenza altrui
niente crea un vuoto tanto vasto che l'isolamento
la sconfitta
intorno a chi
come al sottoscritto
sta subendo un conto alla rovescia sulla propria testa
Ma chiamandoti per l'ultima volta "amore"
anch'io
che ti sono stato così fedele
mi distacco da te con tutta l'energia rimasta
poca
quella sufficiente a dare un colpo di coda
lo so cara
avresti voluto che ti trattenessi
che ti gridassi aiuto
che ti invitassi a non lasciarmi proprio ora
no
io non amo chi non mi ama
perché ho capito che è un esercizio sterile ed inutile
così
come ho passato questi anni a ricordarti
così
trascorrerò gli ultimi anni a dimenticarti
e farò in modo che il mio vuoto
sia il più violento e vertiginoso possibile
affinché un nuovo pieno
magari in extremis
mi assista con un colpo di grazia,
quello di un nuovo amore.
con una domanda alla quale non si sa dare una risposta...
All'inizio è: "Mi sono innamorato di te?"
E alla fine è: "Ti amo ancora?"
La risposta alla prima domanda è Si
Se ci domandiamo se siamo innamorati di una persona conosciuta da poco
significa che lo siamo
almeno un poco...
Ma se dopo un anno
o venti
cominciamo a domandarci
"L'amo ancora?"
la risposta è quasi certamente No.
Perché quando si ama non si fanno domande
si vive!
Le domande presuppongono un dubbio
e il dubbio mal s'accorda con l'amore
L'amore
per essere tale
è incondizionato
perdona tutto all'amato
fino alla follia.
L'amore condizionato è il tipico rapporto di oggi
in cui il confine fra affetto ed interessi
è quasi sempre promiscuo.
e facilmente espugnabile da un terzo
ossia l'amante.
Lo so lo so
vi starete domandando per chi stia facendo l'Alberoni della situazione
per una donna...
ovviamente
e non ne farò più il nome
Una donna che mi ha scritto a voce alta se mi amava ancora
no
tesoro
no
amore
tu stai amando sempre di più te stessa
sempre meno quest'uomo che muore
ti capisco
nulla allontana di più che la sofferenza altrui
niente crea un vuoto tanto vasto che l'isolamento
la sconfitta
intorno a chi
come al sottoscritto
sta subendo un conto alla rovescia sulla propria testa
Ma chiamandoti per l'ultima volta "amore"
anch'io
che ti sono stato così fedele
mi distacco da te con tutta l'energia rimasta
poca
quella sufficiente a dare un colpo di coda
lo so cara
avresti voluto che ti trattenessi
che ti gridassi aiuto
che ti invitassi a non lasciarmi proprio ora
no
io non amo chi non mi ama
perché ho capito che è un esercizio sterile ed inutile
così
come ho passato questi anni a ricordarti
così
trascorrerò gli ultimi anni a dimenticarti
e farò in modo che il mio vuoto
sia il più violento e vertiginoso possibile
affinché un nuovo pieno
magari in extremis
mi assista con un colpo di grazia,
quello di un nuovo amore.
martedì 11 ottobre 2016
lunedì 3 ottobre 2016
Ragazza che non ho
Ragazza che non ho
ti ho già scritto una volta.
Ero più giovane dentro e fuori
sognavo che dal buio fiammante del lavoro potessi uscire tu,
col mio sos di carta tra le dita
e uno di quei sorrisi che sembrano dire:
"perché ti meravigli tanto, Davide?
non hai mai visto uscire una ragazza da lavoro?"
Avrei guardato le tue gambe svelte
scavalcare la finestra nera della mia Sony,
ti saresti lasciata ammirare
col vestitino di carta giapponese con i fiori d'acqua.
E tutti i miei problemi si sarebbero accucciati in un angolo
come un cane pentito
perché avevo osato dubitare della materia dei sogni.
Vedi ragazza,
credere nell'impossibile è stata la causa di tutti i miei guai
e di tutte le mie grandezze.
Io ho puntato su tutte le roulette
ho guidato contromano nella notte
sono andato in spiaggia con le scarpe d'inverno
e mi sono steso col cappotto davanti al mare bruciante,
perché disprezzavo i luoghi comuni
e così non ho mai smesso di credere ch'esisti;
che esistono ragazze che escono da lavoro con il vestito a fiori.
Non sono così sciocco da credere che tu non verrai mai:
i miracoli sono più reali dei soldi,
la verità è che temo di deluderti.
Sono scorbutico
e pieno di dubbi
e non ho mai imparato a ballare.
Ti annoieresti,
temo,
e dopo qualche minuto di silenzio mi diresti:
"usciamo?"
E non mi va di uscire
e poi stasera in televisione c'è il mio documentario preferito
e di là la cena è apparecchiata per uno.
E poi ho l'ansia da prestazione va bene?
Tu hai fatto l'amore fra le stelle
io in letti di serie B
che la sigaretta dopo, era l'orgasmo.
Attenta
non credermi
ragazza che non ho
il mio è un vecchio gioco.
Provocare miracoli e smettere di stupirsi l'attimo dopo.
Se a quel punto te ne andassi via
sarei perduto:
siamo mezzi uomini
mezzi maghi
eterni bambini.
Non credermi
basta!
Portami fuori
è una serata così dolce
ci sarà pure da qualche parte una balera deserta
dove potrai insegnarmi il ritmo semplice della vita.
Ragazza che non ho
stasera saremo in tanti ad attenderti lo sai?
Tu fai cosi,
non pensare a me!
A forza di credere ai miracoli
io ho imparato a reggerne l'assenza;
ma uno
questa notte
uno almeno di noi,
fallo felice!
ti ho già scritto una volta.
Ero più giovane dentro e fuori
sognavo che dal buio fiammante del lavoro potessi uscire tu,
col mio sos di carta tra le dita
e uno di quei sorrisi che sembrano dire:
"perché ti meravigli tanto, Davide?
non hai mai visto uscire una ragazza da lavoro?"
Avrei guardato le tue gambe svelte
scavalcare la finestra nera della mia Sony,
ti saresti lasciata ammirare
col vestitino di carta giapponese con i fiori d'acqua.
E tutti i miei problemi si sarebbero accucciati in un angolo
come un cane pentito
perché avevo osato dubitare della materia dei sogni.
Vedi ragazza,
credere nell'impossibile è stata la causa di tutti i miei guai
e di tutte le mie grandezze.
Io ho puntato su tutte le roulette
ho guidato contromano nella notte
sono andato in spiaggia con le scarpe d'inverno
e mi sono steso col cappotto davanti al mare bruciante,
perché disprezzavo i luoghi comuni
e così non ho mai smesso di credere ch'esisti;
che esistono ragazze che escono da lavoro con il vestito a fiori.
Non sono così sciocco da credere che tu non verrai mai:
i miracoli sono più reali dei soldi,
la verità è che temo di deluderti.
Sono scorbutico
e pieno di dubbi
e non ho mai imparato a ballare.
Ti annoieresti,
temo,
e dopo qualche minuto di silenzio mi diresti:
"usciamo?"
E non mi va di uscire
e poi stasera in televisione c'è il mio documentario preferito
e di là la cena è apparecchiata per uno.
E poi ho l'ansia da prestazione va bene?
Tu hai fatto l'amore fra le stelle
io in letti di serie B
che la sigaretta dopo, era l'orgasmo.
Attenta
non credermi
ragazza che non ho
il mio è un vecchio gioco.
Provocare miracoli e smettere di stupirsi l'attimo dopo.
Se a quel punto te ne andassi via
sarei perduto:
siamo mezzi uomini
mezzi maghi
eterni bambini.
Non credermi
basta!
Portami fuori
è una serata così dolce
ci sarà pure da qualche parte una balera deserta
dove potrai insegnarmi il ritmo semplice della vita.
Ragazza che non ho
stasera saremo in tanti ad attenderti lo sai?
Tu fai cosi,
non pensare a me!
A forza di credere ai miracoli
io ho imparato a reggerne l'assenza;
ma uno
questa notte
uno almeno di noi,
fallo felice!
martedì 20 settembre 2016
Il tempo
Immagina di avere una banca che ogni giorno ti accredita la somma di € 86'400 (ottantaseimilaquattrocento) sul tuo conto.
Non conserva il tuo saldo giornaliero.
Ogni notte cancella qualsiasi quantità del tuo saldo che non sia stata utilizzata durante il giorno.
Che faresti?
Ritireresti fino all'ultimo centesimo ogni giorno ovviamente.
Pensaci!
Ciascuno di noi possiede un conto in questa banca.
Il tempo.
Ogni mattina la banca del tempo ti accredita 86'400 secondi.
Ogni notte la banca cancella e da per persa qualsiasi quantità di credito che tu non abbia investito in un'azione.
La banca non conserva saldi ne permette trasferimenti.
Ogni giorno ti apre un nuovo conto.
Ogni notte cancella il saldo del giorno.
Se non utilizzi il deposito giornaliero la perdita è tua.
Non si può fare marcia indietro.
Non esistono accrediti sul deposito di domani.
Devi vivere nel presente col deposito di oggi.
Per capire il valore di un anno, chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.
Per capire il valore di un mese, chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.
Per capire il valore di una settimana, chiedi all'editore di un settimanale.
Per capire il valore di un'ora, chiedi a due innamorati che attendono d'incontrarsi.
Non conserva il tuo saldo giornaliero.
Ogni notte cancella qualsiasi quantità del tuo saldo che non sia stata utilizzata durante il giorno.
Che faresti?
Ritireresti fino all'ultimo centesimo ogni giorno ovviamente.
Pensaci!
Ciascuno di noi possiede un conto in questa banca.
Il tempo.
Ogni mattina la banca del tempo ti accredita 86'400 secondi.
Ogni notte la banca cancella e da per persa qualsiasi quantità di credito che tu non abbia investito in un'azione.
La banca non conserva saldi ne permette trasferimenti.
Ogni giorno ti apre un nuovo conto.
Ogni notte cancella il saldo del giorno.
Se non utilizzi il deposito giornaliero la perdita è tua.
Non si può fare marcia indietro.
Non esistono accrediti sul deposito di domani.
Devi vivere nel presente col deposito di oggi.
Per capire il valore di un anno, chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.
Per capire il valore di un mese, chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.
Per capire il valore di una settimana, chiedi all'editore di un settimanale.
Per capire il valore di un'ora, chiedi a due innamorati che attendono d'incontrarsi.
sabato 17 settembre 2016
A te che leggi. M/F
Che cos'è che ci fa alzare incazzati e indolenti.
Perché usciamo di casa con tutta questa rabbia in corpo.
Cinici e disillusi ci guardiamo in cagnesco,
poi riprendiamo a volteggiare frenetici sulla ruota come criceti in gabbia
ma non ce l'ha ordinato il dottore.
Avete mai pensato di essere gli autori della vostra infelicità?
Immagino di si.
Allora facciamo un passo avanti...
Non potrebbe essere che l'infelicità è un vizio?
Un quasi piacevole, rassicurante, vizio?
Ciascuno di noi, almeno cinque minuti nella vita, ha provato l'ebbrezza selvaggia della felicità.
Siete davvero sicuri che vorreste riprovarla ancora?
La felicità ti fa spavento...
È un film horror...
Perché quando ti accorgi che è passata, precipiti nell'angoscia come un ascensore con le corde spezzate.
Fa male cadere rovinosamente dalle vette della felicità
così ti sei assoggettato ad una vita mediocre
senza troppi sbalzi
senza troppi imprevisti
armato fino ai denti contro l'imprevedibilità della vita.
Infatti la vita non bussa più alla tua porta.
I giorni si somigliano tutti.
Da nessuna donna, nessun uomo, davvero straordinari accetteresti un appuntamento.
Eppure sai bene che è solo dall'imprevedibilità di certi incontri che potresti arricchirti,
rivoluzionarti,
tornare finalmente a vivere.
Ma tu non lo fai.
Hai paura.
Una maledetta paura di soffrire.
È la sindrome degli angeli caduti...
Ti sei costruito Alcatraz con le tue mani.
E in fondo ti piace, non negarlo.
Altrimenti non riuscirai mai a spezzare le tue catene.
"E che vuoi che facciamo, rischiare tutta una vita per un giorno di gloria?!"
Si.
Può essere solo un giorno, un mese, un anno.
Ma devi tenere la valigia pronta
le ferite aperte
le orecchie tese.
Perché è questo che vuoi.
Me lo dicono i tuoi mugugni quando ti alzi al mattino,
la tua confusa incazzatura permanente,
le presunte cause della tua infelicità che attribuisci a casaccio.
La mediocrità è un tuo diritto, ci mancherebbe.
Ma la ricerca della felicità, un tuo dovere.
Perché usciamo di casa con tutta questa rabbia in corpo.
Cinici e disillusi ci guardiamo in cagnesco,
poi riprendiamo a volteggiare frenetici sulla ruota come criceti in gabbia
ma non ce l'ha ordinato il dottore.
Avete mai pensato di essere gli autori della vostra infelicità?
Immagino di si.
Allora facciamo un passo avanti...
Non potrebbe essere che l'infelicità è un vizio?
Un quasi piacevole, rassicurante, vizio?
Ciascuno di noi, almeno cinque minuti nella vita, ha provato l'ebbrezza selvaggia della felicità.
Siete davvero sicuri che vorreste riprovarla ancora?
La felicità ti fa spavento...
È un film horror...
Perché quando ti accorgi che è passata, precipiti nell'angoscia come un ascensore con le corde spezzate.
Fa male cadere rovinosamente dalle vette della felicità
così ti sei assoggettato ad una vita mediocre
senza troppi sbalzi
senza troppi imprevisti
armato fino ai denti contro l'imprevedibilità della vita.
Infatti la vita non bussa più alla tua porta.
I giorni si somigliano tutti.
Da nessuna donna, nessun uomo, davvero straordinari accetteresti un appuntamento.
Eppure sai bene che è solo dall'imprevedibilità di certi incontri che potresti arricchirti,
rivoluzionarti,
tornare finalmente a vivere.
Ma tu non lo fai.
Hai paura.
Una maledetta paura di soffrire.
È la sindrome degli angeli caduti...
Ti sei costruito Alcatraz con le tue mani.
E in fondo ti piace, non negarlo.
Altrimenti non riuscirai mai a spezzare le tue catene.
"E che vuoi che facciamo, rischiare tutta una vita per un giorno di gloria?!"
Si.
Può essere solo un giorno, un mese, un anno.
Ma devi tenere la valigia pronta
le ferite aperte
le orecchie tese.
Perché è questo che vuoi.
Me lo dicono i tuoi mugugni quando ti alzi al mattino,
la tua confusa incazzatura permanente,
le presunte cause della tua infelicità che attribuisci a casaccio.
La mediocrità è un tuo diritto, ci mancherebbe.
Ma la ricerca della felicità, un tuo dovere.
lunedì 5 settembre 2016
Uomini soli
In questo buco da dove vi scrivo non c'è più spazio per un cioccolatino.
Notti fa ho tirato su una parete divisoria, poi, all'alba l'ho fracassata giù.
Gli uomini soli fanno cose strane come i bambini.
M'ero immaginato di dover dividere questo bicamere con un'altra presenza.
E fra me e la sua privacy m'ero costruito un muro di amici, ma sono i nemici quelli che fanno muro.
Donne e amici si fanno attraversare, se amano, se si lasciano amare.
Quella sarebbe stata la parte che, rispettando le libertà reciproche, non avrebbe mai potuto dividere la nostra unione.
Gli uomini soli come i bambini elaborano in certe sere di pioggia sottile queste contorte teorie.
Ma io non ho amici.
Voi siete troppi.
E di me stesso sono sconcertato, costretto dal mio ruolo, mi industrio a farvi compagnia.
E la magia riesce!
Se ci pensate è assurdo.
I tipi come me non sono certo compagnoni.
Mettete che giocassimo al mercante in fiera,
presenti i banditori d'asta?
Quella si è gente che fa ridere.
Loquaci, con la battuta pronta, lo scogli lingua in tasca...
Le ragazze, dal gran ridere, gettano i capelli all'indietro
e gli amici complici sghignazzano alle metafore più ardite.
"Questa è la carta della vittoria!"
"Ce l'ha lungo lungo!"
"Chi se lo vuole aggiudicare?!"
E con il collo di una giraffa svoltano la serata.
DJ nati.
Ma io
Se mi vedeste
in una serata di pioggia sottile sottile come quella
Quando tutto muore
Altro che giraffe e dj...
Davide non è che hai un muso lungo
mi direste
Quello è il becco d'un pellicano!
Scoppiereste a ridermi in faccia e io farei una pessima figura.
Gli uomini soli come i bambini non sono tipi sportivi,
così vi verrei a noia
lo so
è inevitabile.
Perché il problema non è mai il genere di pupazzo che si è
il problema è la durata della pila.
Quante volte vi ho fatto credere di essere carico
Notizie
Contro notizie
squarci di vita personale
attacchi
finte
canzoni di una vita
la tua voce tesoro...
I miei precari equilibri
la mia stabile follia
Ma quanto pensavate che potesse durare questo spettacolo indecente.
Questa vita faziosa
Questi pugni sul muro
Queste opinioni di un millantatore.
Credevate davvero che esistessero vite col trucco?
Pupazzi senza pila ed eterni pupari?
No...
Non ce l'ho con voi
Questo mai
Siete tutto quello che ho.
Non faccio differenza tra chi mi tratta da panchinaro della nazionale delle ideologie sepolte
e chi mi vede come il pibe de oro della comunicazione sottopelle.
Perché non sono né questo né quello.
Mi torna in mente una vecchia canzone di Paolo Conte
Una cena di ex compagni di scuola.
Il vino
Il chiasso
Risate
Memorie
Battute.
In fonda alla tavolata c'è uno che agita la mano in aria
Uno che scivola giù e scompare gridando aiuto
ma nessuno se n'è accorto.
A quello gli era finita la pila.
Che faccio... Continuo o basta così...
Mi metto un rap bello nero incazzato per dimenticarmi tutte queste menate?
O avanti a testa bassa e rischio l'incidente...
Perché i ricordi di vecchie serate di pioggia sono anche peggio delle serate in sé
certi ricordi sono automobili che ti tamponano eternamente
cambia solo il modello
della macchina intendo.
Il ricordo che ti mette sotto è della stessa specie.
E a me quella sera mi faceva male una presenza
molto, molto vicina
era quasi con me
Stava per arrivare e partire ancora
Scusate faccio un po' di confusione
ma il problema di quelli a cui tieni tanto
è che non stanno mai fermi.
E succede
perché succede invariabilmente
che se tu gli fai un discorsetto chiaro e piuttosto ben riuscito
ti accorgi che sulla battuta finale
quella che precede l'applauso
che stavi parlando da solo.
I bambini e gli uomini soli dialogano spesso con questi compagni immaginari
ma per saggio pudore li fanno sparire a questo punto,
se attendessero l'applauso diventerebbero pazzi.
Veramente, io non ho ben capito se innalzando quella buffa parete divisoria quella presenza amica volevo accoglierla in casa oppure dividermi da lei.
Difendermi da quello che stava per dirmi.
Questo si, lo ricordo.
I bambini e gli uomini soli presagiscono sempre gli abbandoni.
Forse volevo soltanto trattenerla
Questo
Soprattutto questo
Si...
Il grande gioco che avevo architettato era complesso ma scaltro.
Doveva distruggere la parete
per guadagnarsi il premio
per arrivare a me solo alla fine.
Non le avrei concesso neanche un
"Buonanotte amore mio"
No
Neanche un bacio le avrei anticipato pur di non essere lasciato solo
di non essere più investito da tutte quelle macchine della stessa specie.
La specie
Sua
Femminile singolare.
E voi, fratelli, eravate la mia garanzia
Il sigillo sul patto
su questo grande gioco
voi.
Lei avrebbe dovuto leggere
per riconoscermi in voi.
Mi sembrava meno rischioso che riconoscere direttamente me.
Primo perché non succede quasi mai
Secondo perché soltanto voi avete un'idea più avvincente e romantica di quanto io abbia di me stesso.
Ah... Quanto avrei voluto nascere battitore del mercante in fiera.
Per cui, da latitante, mi sarei accontentato di un amore riflesso.
Ma i compagni immaginari
soprattutto di genere femminile
sono come i bambini.
Conoscono le regole del gioco.
E il mio era truccato...
Per amore d'accordo
Ma truccato
Per solitudine va bene
Ma truccato
E non so se entrando o uscendo, questione di punti di vista, dipende se uno l'attende o se aveva smesso di attenderla definitivamente
lei ha alzato il naso in aria
e ha guardato la parete con una lieve smorfia di disappunto.
"Si vede che tu non hai mai fatto il battitore del mercante in fiera!"
Ha detto spolverando lettere e vecchi romanzi con lo sguardo.
"C'è un fracco di polvere non si respira!"
"Da quanto tempo in questa stanza non è stata raccontata una barzelletta?"
Mi ha chiesto spalancando le finestre e lasciando entrare le risate volgari di una coppia di amanti della palazzina di fronte.
L'avvocato e la dattilografa.
Io li avevo sempre trovati maleducati e sgradevoli
soprattutto per quella brutta abitudine di fare sesso con le tapparelle alzate
ma a lei ho capito che piacevano assai
e ha sorriso di gusto
e a lungo.
Poi, ricordandosi di me come una malattia
di me
che stavo ponendo una rosa sulla parete divisoria
mi ha gettato un'occhiata distratta.
"Perché m'hai fatto venire fin qui?"
Solo per amore
ho detto tutto d'un fiato.
"Io non faccio amore a tempo."
Mi ha misurato dalla testa ai piedi
"E la tua pila è quasi scarica."
Ho ridacchiato ma mi è uscito un
"Ahi!"
Sapete com'è... M'ero risentito
Gli uomini soli sono più suscettibili dei bambini.
Invece hanno questo in comune
Amano troppo e non sanno come farlo capire.
E non è detto che non sia meglio così.
Comunque il problema non s'è posto
perché lei è uscito
o è entrata
sia come sia
perché in casa ho sentito un gelido spostamento d'assenza.
Quel vuoto mosso
quel freddo agitato che lasciano i treni veloci sfuggenti nelle stazioni secondarie.
Ve l'ho detto
era una serata di pioggia sottile.
Nei vetri
alle finestre si infrangevano un sacco di fari di macchine che mi venivano addosso
e non avevano mai smesso
da tempo immemorabile.
E io, scusate, ho buttato giù la parete con una manata.
In ogni dramma che si rispetti ad un certo punto il protagonista forza la mano!
Solo che io l'ho fatto con una notevole violenza...
Si vede che avevo interpretato lo stesso ruolo in troppe commedie.
Soltanto dopo mi sono detto tutte le parole che avete appena letto.
Potete voltarvi ora
ho finito.
Ogni tanto fra amici immaginari succede di sfogarsi no?
Mettete che fuori piova
e che sia appena entrato-uscito qualcuno
e a voi sembra
ma è solo un sottile sospetto
che si tratti della vostra vita.
Notti fa ho tirato su una parete divisoria, poi, all'alba l'ho fracassata giù.
Gli uomini soli fanno cose strane come i bambini.
M'ero immaginato di dover dividere questo bicamere con un'altra presenza.
E fra me e la sua privacy m'ero costruito un muro di amici, ma sono i nemici quelli che fanno muro.
Donne e amici si fanno attraversare, se amano, se si lasciano amare.
Quella sarebbe stata la parte che, rispettando le libertà reciproche, non avrebbe mai potuto dividere la nostra unione.
Gli uomini soli come i bambini elaborano in certe sere di pioggia sottile queste contorte teorie.
Ma io non ho amici.
Voi siete troppi.
E di me stesso sono sconcertato, costretto dal mio ruolo, mi industrio a farvi compagnia.
E la magia riesce!
Se ci pensate è assurdo.
I tipi come me non sono certo compagnoni.
Mettete che giocassimo al mercante in fiera,
presenti i banditori d'asta?
Quella si è gente che fa ridere.
Loquaci, con la battuta pronta, lo scogli lingua in tasca...
Le ragazze, dal gran ridere, gettano i capelli all'indietro
e gli amici complici sghignazzano alle metafore più ardite.
"Questa è la carta della vittoria!"
"Ce l'ha lungo lungo!"
"Chi se lo vuole aggiudicare?!"
E con il collo di una giraffa svoltano la serata.
DJ nati.
Ma io
Se mi vedeste
in una serata di pioggia sottile sottile come quella
Quando tutto muore
Altro che giraffe e dj...
Davide non è che hai un muso lungo
mi direste
Quello è il becco d'un pellicano!
Scoppiereste a ridermi in faccia e io farei una pessima figura.
Gli uomini soli come i bambini non sono tipi sportivi,
così vi verrei a noia
lo so
è inevitabile.
Perché il problema non è mai il genere di pupazzo che si è
il problema è la durata della pila.
Quante volte vi ho fatto credere di essere carico
Notizie
Contro notizie
squarci di vita personale
attacchi
finte
canzoni di una vita
la tua voce tesoro...
I miei precari equilibri
la mia stabile follia
Ma quanto pensavate che potesse durare questo spettacolo indecente.
Questa vita faziosa
Questi pugni sul muro
Queste opinioni di un millantatore.
Credevate davvero che esistessero vite col trucco?
Pupazzi senza pila ed eterni pupari?
No...
Non ce l'ho con voi
Questo mai
Siete tutto quello che ho.
Non faccio differenza tra chi mi tratta da panchinaro della nazionale delle ideologie sepolte
e chi mi vede come il pibe de oro della comunicazione sottopelle.
Perché non sono né questo né quello.
Mi torna in mente una vecchia canzone di Paolo Conte
Una cena di ex compagni di scuola.
Il vino
Il chiasso
Risate
Memorie
Battute.
In fonda alla tavolata c'è uno che agita la mano in aria
Uno che scivola giù e scompare gridando aiuto
ma nessuno se n'è accorto.
A quello gli era finita la pila.
Che faccio... Continuo o basta così...
Mi metto un rap bello nero incazzato per dimenticarmi tutte queste menate?
O avanti a testa bassa e rischio l'incidente...
Perché i ricordi di vecchie serate di pioggia sono anche peggio delle serate in sé
certi ricordi sono automobili che ti tamponano eternamente
cambia solo il modello
della macchina intendo.
Il ricordo che ti mette sotto è della stessa specie.
E a me quella sera mi faceva male una presenza
molto, molto vicina
era quasi con me
Stava per arrivare e partire ancora
Scusate faccio un po' di confusione
ma il problema di quelli a cui tieni tanto
è che non stanno mai fermi.
E succede
perché succede invariabilmente
che se tu gli fai un discorsetto chiaro e piuttosto ben riuscito
ti accorgi che sulla battuta finale
quella che precede l'applauso
che stavi parlando da solo.
I bambini e gli uomini soli dialogano spesso con questi compagni immaginari
ma per saggio pudore li fanno sparire a questo punto,
se attendessero l'applauso diventerebbero pazzi.
Veramente, io non ho ben capito se innalzando quella buffa parete divisoria quella presenza amica volevo accoglierla in casa oppure dividermi da lei.
Difendermi da quello che stava per dirmi.
Questo si, lo ricordo.
I bambini e gli uomini soli presagiscono sempre gli abbandoni.
Forse volevo soltanto trattenerla
Questo
Soprattutto questo
Si...
Il grande gioco che avevo architettato era complesso ma scaltro.
Doveva distruggere la parete
per guadagnarsi il premio
per arrivare a me solo alla fine.
Non le avrei concesso neanche un
"Buonanotte amore mio"
No
Neanche un bacio le avrei anticipato pur di non essere lasciato solo
di non essere più investito da tutte quelle macchine della stessa specie.
La specie
Sua
Femminile singolare.
E voi, fratelli, eravate la mia garanzia
Il sigillo sul patto
su questo grande gioco
voi.
Lei avrebbe dovuto leggere
per riconoscermi in voi.
Mi sembrava meno rischioso che riconoscere direttamente me.
Primo perché non succede quasi mai
Secondo perché soltanto voi avete un'idea più avvincente e romantica di quanto io abbia di me stesso.
Ah... Quanto avrei voluto nascere battitore del mercante in fiera.
Per cui, da latitante, mi sarei accontentato di un amore riflesso.
Ma i compagni immaginari
soprattutto di genere femminile
sono come i bambini.
Conoscono le regole del gioco.
E il mio era truccato...
Per amore d'accordo
Ma truccato
Per solitudine va bene
Ma truccato
E non so se entrando o uscendo, questione di punti di vista, dipende se uno l'attende o se aveva smesso di attenderla definitivamente
lei ha alzato il naso in aria
e ha guardato la parete con una lieve smorfia di disappunto.
"Si vede che tu non hai mai fatto il battitore del mercante in fiera!"
Ha detto spolverando lettere e vecchi romanzi con lo sguardo.
"C'è un fracco di polvere non si respira!"
"Da quanto tempo in questa stanza non è stata raccontata una barzelletta?"
Mi ha chiesto spalancando le finestre e lasciando entrare le risate volgari di una coppia di amanti della palazzina di fronte.
L'avvocato e la dattilografa.
Io li avevo sempre trovati maleducati e sgradevoli
soprattutto per quella brutta abitudine di fare sesso con le tapparelle alzate
ma a lei ho capito che piacevano assai
e ha sorriso di gusto
e a lungo.
Poi, ricordandosi di me come una malattia
di me
che stavo ponendo una rosa sulla parete divisoria
mi ha gettato un'occhiata distratta.
"Perché m'hai fatto venire fin qui?"
Solo per amore
ho detto tutto d'un fiato.
"Io non faccio amore a tempo."
Mi ha misurato dalla testa ai piedi
"E la tua pila è quasi scarica."
Ho ridacchiato ma mi è uscito un
"Ahi!"
Sapete com'è... M'ero risentito
Gli uomini soli sono più suscettibili dei bambini.
Invece hanno questo in comune
Amano troppo e non sanno come farlo capire.
E non è detto che non sia meglio così.
Comunque il problema non s'è posto
perché lei è uscito
o è entrata
sia come sia
perché in casa ho sentito un gelido spostamento d'assenza.
Quel vuoto mosso
quel freddo agitato che lasciano i treni veloci sfuggenti nelle stazioni secondarie.
Ve l'ho detto
era una serata di pioggia sottile.
Nei vetri
alle finestre si infrangevano un sacco di fari di macchine che mi venivano addosso
e non avevano mai smesso
da tempo immemorabile.
E io, scusate, ho buttato giù la parete con una manata.
In ogni dramma che si rispetti ad un certo punto il protagonista forza la mano!
Solo che io l'ho fatto con una notevole violenza...
Si vede che avevo interpretato lo stesso ruolo in troppe commedie.
Soltanto dopo mi sono detto tutte le parole che avete appena letto.
Potete voltarvi ora
ho finito.
Ogni tanto fra amici immaginari succede di sfogarsi no?
Mettete che fuori piova
e che sia appena entrato-uscito qualcuno
e a voi sembra
ma è solo un sottile sospetto
che si tratti della vostra vita.
lunedì 25 luglio 2016
martedì 19 luglio 2016
There was a time when meadow, grove and stream
the earth and every common sight, to me
did seem appareled in celestial light.
The glory and the freshness of a dream.
It is not now as it hath been of yore.
Turn whereso'er I may
by night or day
the things which I have seen
I now can see no more.
But there's a tree, of many, one.
A single field which I have looked upon.
Both of them speak of something that is gone.
The pansy at my feet doth the same tale repeat.
Whither is fled the visionary gleam?
Where is it now, the glory an the dream?
the earth and every common sight, to me
did seem appareled in celestial light.
The glory and the freshness of a dream.
It is not now as it hath been of yore.
Turn whereso'er I may
by night or day
the things which I have seen
I now can see no more.
But there's a tree, of many, one.
A single field which I have looked upon.
Both of them speak of something that is gone.
The pansy at my feet doth the same tale repeat.
Whither is fled the visionary gleam?
Where is it now, the glory an the dream?
mercoledì 4 maggio 2016
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