sabato 17 settembre 2016

A te che leggi. M/F

Che cos'è che ci fa alzare incazzati e indolenti.
Perché usciamo di casa con tutta questa rabbia in corpo.
Cinici e disillusi ci guardiamo in cagnesco, 
poi riprendiamo a volteggiare frenetici sulla ruota come criceti in gabbia
ma non ce l'ha ordinato il dottore.
Avete mai pensato di essere gli autori della vostra infelicità?
Immagino di si.
Allora facciamo un passo avanti...
Non potrebbe essere che l'infelicità è un vizio?
Un quasi piacevole, rassicurante, vizio?
Ciascuno di noi, almeno cinque minuti nella vita, ha provato l'ebbrezza selvaggia della felicità.
Siete davvero sicuri che vorreste riprovarla ancora?
La felicità ti fa spavento...
È un film horror...
Perché quando ti accorgi che è passata, precipiti nell'angoscia come un ascensore con le corde spezzate.
Fa male cadere rovinosamente dalle vette della felicità
così ti sei assoggettato ad una vita mediocre
senza troppi sbalzi
senza troppi imprevisti
armato fino ai denti contro l'imprevedibilità della vita.
Infatti la vita non bussa più alla tua porta.
I giorni si somigliano tutti.
Da nessuna donna, nessun uomo, davvero straordinari accetteresti un appuntamento.
Eppure sai bene che è solo dall'imprevedibilità di certi incontri che potresti arricchirti,
rivoluzionarti,
tornare finalmente a vivere.
Ma tu non lo fai.
Hai paura.
Una maledetta paura di soffrire.
È la sindrome degli angeli caduti...
Ti sei costruito Alcatraz con le tue mani.
E in fondo ti piace, non negarlo.
Altrimenti non riuscirai mai a spezzare le tue catene.
"E che vuoi che facciamo, rischiare tutta una vita per un giorno di gloria?!"
Si.
Può essere solo un giorno, un mese, un anno.
Ma devi tenere la valigia pronta
le ferite aperte
le orecchie tese.
Perché è questo che vuoi.
Me lo dicono i tuoi mugugni quando ti alzi al mattino,
la tua confusa incazzatura permanente,
le presunte cause della tua infelicità che attribuisci a casaccio.
La mediocrità è un tuo diritto, ci mancherebbe.
Ma la ricerca della felicità, un tuo dovere.

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